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La misteriosa verità sull’assassinio di Simonetta Cesaroni: chi è il colpevole?

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La misteriosa verità sull’assassinio di Simonetta Cesaroni: chi è il colpevole?

Il caso di Simonetta Cesaroni: Novità sulle indagini

30 Settembre 2024 – 19:34

Un nuovo dossier è stato presentato alla Procura e potrebbe contenere informazioni cruciali sul delitto di via Poma. Il verdetto del gip è atteso per il 19 novembre, e ci sono diverse speranze di riaprire un caso che rimane irrisolto da più di tre decenni.

La possibilità di una riapertura del caso

Il delitto che ha colpito Simonetta Cesaroni nell’agosto del 1990 sembra avere una nuova possibilità di essere chiarito. Mentre c’è chi chiede l’archiviazione definitiva delle indagini, altri esperti legali sostengono che un dossier dettagliato potrebbe fornire gli elementi necessari per proseguire nella ricerca dell’assassino. Alcuni documenti, secondo le fonti, potrebbero contenere il nome del colpevole. Il gip, a breve, dovrà prendere una decisione importante riguardo a questa richiesta di riapertura.

Le affermazioni della famiglia

I familiari di Simonetta, in particolare il padre Claudio Cesaroni, avevano dichiarato la loro convinzione che il nome dell’assassino fosse contenuto nei documenti presentati. Era chiaro che gli accertamenti erano stati focalizzati su altri potenziali sospetti, senza mai approfondire la vita lavorativa di Simonetta. L’inchiesta aveva, infatti, escluso inizialmente i collegi di lavoro e i colleghi, preferendo concentrarsi su figure estranee come il portiere dello stabile o il compagno della vittima. I precedenti tentativi di investigazione si erano rivelati vani.

Richiesta di nuove indagini

Nel marzo del 2022, le indagini avevano riaperto i battenti, ma a dicembre del 2023 è arrivata un’ulteriore richiesta di archiviazione. Gli avvocati di Paola Cesaroni ora chiedono di esaminare le presenze negli uffici dove lavorava Simonetta il giorno della sua morte, insieme agli alibi forniti dai colleghi. La legale Federica Mondaini ha ribadito l’importanza di analizzare a fondo queste testimonianze, riponendo la speranza in un cambio di direzione nei prossimi sviluppi.

Il delitto di Simonetta Cesaroni

Era il 7 agosto 1990 quando il corpo di Simonetta, appena diciannovenne, venne trovato negli uffici dell’Aiag. La giovane lavorava come segretaria e il suo omicidio è stato caratterizzato da una violenza indicibile: 29 coltellate inflitte con un tagliacarte mai recuperato. Il caso rimane avvolto nel mistero, con il colpevole che non è mai stato identificato o condannato.

Il ritrovamento

La sorella di Simonetta, Paola, ha scoperto il corpo della giovane circa cinque ore dopo il delitto. Preoccupata per la sua assenza, ha raggiunto l’ufficio con il fidanzato di Simonetta e il suo datore di lavoro, solo per trovarla senza vita, seminuda e sul pavimento. L’ufficio era stato in parte ripulito, ma tracce di sangue rimanevano evidenti, lasciando un inquietante segno della tragedia avvenuta.

Indagini in corso

Ultime notizie indicano che le indagini continuano, con la Procura che sta valutando il dossier presentato. Già si parla di ulteriori verifiche, in particolare relative ai colleghi di Simonetta, in un tentativo di fare chiarezza su uno dei casi più enigmatici della cronaca italiana.

L’ambiente lavorativo di Simonetta

Un focus particolare si sta spostando sull’ambiente professionale di Simonetta a Roma, in particolare sul ruolo del suo datore di lavoro, Volponi. Qualche giorno prima dell’omicidio, Volponi avrebbe stretto un accordo con Francesco Caracciolo di Sarno, presidente dell’Aiag, per impiegare la ragazza negli uffici di via Poma nei pomeriggi di martedì e giovedì.

Dubbi sull’alibi di Caracciolo

Nel corso delle recenti indagini, l’alibi di Caracciolo ha iniziato a mostrare delle crepe, come emerso da testimonianze di alcune collaboratrici. In precedenza, si era anche esplorata la possibilità che il delitto potesse avere collegamenti con due uomini di Stato. Ora, l’attenzione si è spostata a esaminare più dettagliatamente la rete di colleghi di Simonetta.

La scomparsa dei documenti

Uno degli aspetti più intriganti riguarda la misteriosa scomparsa dei “fogli firma” relativi alle presenze in ufficio dal luglio al novembre 1990. Questi documenti, che sembravano svaniti nel nulla all’epoca dei fatti, si sono riapparsi dopo oltre 34 anni. Si ipotizza che Simonetta possa aver aperto la porta al suo assassino, il quale potrebbe appartenere proprio alla sua cerchia di colleghi.

Domande senza risposta

A questo punto, rimangono ancora molti interrogativi in sospeso. Sarà compito della Procura decidere se e come rispondere a queste domande, per giungere a una possibile verità su quanto accaduto.

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Pazzo 54enne tenta suicidio da ponte Sublicio a Pasquetta: vigili urbani intervengono per salvarlo

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Pazzo 54enne tenta suicidio da ponte Sublicio a Pasquetta: vigili urbani intervengono per salvarlo

SalvataggioSullOrloDelVuoto: Immagina un istante di terrore trasformato in un eroico intervento, proprio quando meno te lo aspetti!

In una giornata di festa come Pasquetta, Roma è stata teatro di un drammatico evento che ha catturato l’attenzione di tutti: un uomo di 54 anni ha tentato di gettarsi dal Ponte Sublicio, ma l’intervento tempestivo dei vigili urbani ha cambiato il corso della storia. Scopri come un semplice giro di pattuglia si è trasformato in un atto di coraggio che ha salvato una vita, lasciando la città a chiedersi cosa nascondeva quel gesto disperato.

Il momento del salvataggio

I vigili urbani, sempre vigili sulle strade della Capitale, hanno notato l’uomo in bilico sul ponte e sono intervenuti con rapidità e professionalità. In pochi secondi, hanno evitato il peggio, dimostrando come l’addestramento e l’istinto possano fare la differenza in situazioni estreme. Non crederai a quanto sia stato vicino al disastro!

Le reazioni della comunità

La notizia si è diffusa rapidamente, suscitando un’onda di solidarietà e ammirazione sui social. Molti romani hanno condiviso storie simili, evidenziando come piccoli gesti possano prevenire tragedie. “È stato un miracolo”, ha commentato un testimone oculare, riflettendo il senso di sollievo collettivo che ha invaso la città.

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Donna scivola nel Tevere e rischia di annegare: i vigili del fuoco intervengono per un salvataggio in extremis a Roma

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Donna scivola nel Tevere e rischia di annegare: i vigili del fuoco intervengono per un salvataggio in extremis a Roma

SalvataggioSullaRiva Hai mai immaginato cosa succede quando una tranquilla giornata a Roma si trasforma in un thriller mozzafiato? Proprio sul fiume Tevere, una donna ha vissuto un momento di puro terrore, rischiando di affogare in acque gelide e impetuose, ma i coraggiosi vigili del fuoco l’hanno salvata in extremis!

Immagina la scena: una passeggiata lungo il Tevere che improvvisamente vira verso il dramma. La donna è scivolata e finita in acqua, lottando contro la corrente in un momento che ha tenuto con il fiato sospeso tutti i testimoni. “I vigili del fuoco sono intervenuti con rapidità”, come riportato dai presenti, trasformando un potenziale disastro in una storia di eroismo.

Il Momento del Pericolo

In un batter d’occhio, la situazione è precipitata. La donna, forse distratta o sfortunata, è caduta nel fiume, affrontando correnti imprevedibili che hanno reso il salvataggio una vera sfida. Chi l’ha vista racconta di un’angoscia palpabile, con secondi che sembravano ore.

L’Intervento Eroico

I vigili del fuoco, sempre pronti all’azione, hanno sfoderato il loro addestramento d’élite. Con barche e attrezzature specializzate, hanno raggiunto la donna in tempo record, dimostrando ancora una volta perché sono i veri eroi della città. Non crederai a quanto sia stato vicino il pericolo!

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