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Cronaca

“Centro Anziani in Pericolo: Un Appello Emozionante alle Nuove Generazioni!”

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“Centro Anziani in Pericolo: Un Appello Emozionante alle Nuove Generazioni!”

# Una Storia di Speranza nel Quartiere Massimina

La Resilienza di un Centro Anziani

All’interno del quartiere Massimina, situato nella parte occidentale di Roma, si snoda una narrazione di resilienza e appartenenza comunitaria. Un modesto centro per anziani, che in passato fungeva da punto di ritrovo per più di quattrocento persone, ora si trova a fronteggiare sfide significative per la propria sopravvivenza. Efisio Melis, ex autista di mezzi pubblici, ha dedicato venticinque anni della sua vita alla gestione del centro, osservando con rassegnazione il calo dei partecipanti. Nonostante le difficoltà, la sua porta rimane sempre aperta per chi cerca un momento di compagnia, considerando il centro un essenziale punto di riferimento per la comunità.

Ostacoli Burocratici e Sostenibilità

Nel vasto salone del centro, dove un tempo le melodie di valzer e polka animavano le serate, Efisio condivide le difficoltà riscontrate per mantenere viva l’attività dopo l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di Covid-19. Il processo di ripresa è stato rallentato da misure di distanziamento sociale che hanno limitato le interazioni. In aggiunta, una recente normativa comunale richiede la creazione di un’associazione e complicate modifiche amministrative. Tale situazione di incertezza ha spinto Efisio a riflettere sulla futura direzione del centro, in cerca di tre persone motivate che possano supportarlo nella conduzione delle attività e nella pianificazione del futuro. Con la speranza di coinvolgere anche i giovani del quartiere, il suo appello è un invito a contribuire con idee fresche.

Creare Ponte tra Generazioni

Efisio è convinto che i ragazzi del quartiere rappresentino non solo una risorsa per affrontare le questioni burocratiche, ma anche un’opportunità per avviare un dialogo tra le generazioni. Coinvolgendo i giovani in ruoli attivi, punta a promuovere uno scambio di idee e culture che possa arricchire l’esperienza di tutti. Le iniziative culturali e le attività ricreative potrebbero fungere da catalizzatori per nuove relazioni e cooperative, con effetti positivi su ogni fascia di età. In parallelo, il parco di via Romano Guerra sta subendo un restyling, che offrirà a tutti, dai giovani agli anziani, uno spazio rinnovato per incontrarsi e divertirsi.

La determinazione di Efisio è incrollabile. Egli si rivolge al futuro con la speranza che i giovani del quartiere rispondano alla sua chiamata, contribuendo a dare nuova vita al centro, affinché possa continuare a servire generazioni future.

Cronaca

Un viaggio sorprendente nella Roma di Bergoglio: dall’ottica agli ex detenuti

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Un viaggio sorprendente nella Roma di Bergoglio: dall’ottica agli ex detenuti

Scopri le storie commoventi e segrete di Papa Francesco che hanno trasformato vite ai margini della società! #PapaFrancesco #StorieDiFede #PeriferieIncredibili

Le Testimonianze

Immaginate la sorpresa quando Papa Francesco, con la sua umiltà disarmante, strinse la mano a nonna Rosina nella Casa della Carità della parrocchia di San Gregorio Magno, dandole la forza per affrontare la malattia. L’allora parroco Don Renzo Chiesa ricorda vividly quel momento: “Quando scese dall’utilitaria, chiese: ‘Ma questa è la famosa Magliana?'”. E non è finita qui: in un incontro esclusivo a Corviale con l’associazione Piacca, che aiuta chi ha avuto guai con la giustizia, Francesco volle ascoltare storie personali. Massimiliano Lustri, un tempo noto come “Er tapparella”, racconta: “Rise a crepapelle ascoltando i miei aneddoti, come quella volta che in un appartamento finii per pranzare con un’anziana”. Quell’incontro magico cambiò tutto: i ragazzi dell’associazione si reintegrarono nella società e ancora oggi portano al collo il rosario regalato dal Papa.

L’Abbraccio

E se vi dicessimo che un semplice abbraccio del Papa ha consolato un bimbo e lasciato un segno indelebile? Durante la visita alla parrocchia San Paolo della Croce al Serpentone, Francesco abbracciò Emanuele, un ragazzino di 8 anni, che con voce tremante gli chiese: “Mio papà è morto, era ateo, ma ci ha fatto battezzare, ora dov’è? Sta in paradiso?”. Il parroco Don Roberto Cattaneo, ancora emozionato, rivela: “Negli anni, il Pontefice mi chiamava per sapere come stava Emanuele”. Oggi, a 17 anni, Emanuele si è commosso profondamente alla notizia della scomparsa di Francesco, sostenuto dalla mamma Elisabetta Pacciotti: “Per lui è come aver perso un altro papà; il Papa lo rassicurò dicendo che suo padre era sicuramente in paradiso”. Ma le sorprese non si fermano: durante la pandemia, Francesco chiamò inaspettatamente per una benedizione in streaming, dimostrando un’umiltà che lascia senza parole. E poi, c’è la storia di Cinzia Desiati, la mamma di Fabrizio Di Bitetto, morto in un incidente: “Ricevetti una telefonata da un numero privato: ‘Sono Papa Francesco, non è uno scherzo’. Quella chiacchierata fu come una carezza, e mantenne la promessa invitandoci in Vaticano”.

L’Incontro

Preparatevi a storie che vi faranno riflettere: Francesco era maestro nell’incontrare chi ne aveva più bisogno, come quando abbracciò Serena, una mamma che aveva perso la figlioletta Angelica. Oppure, nella parrocchia di Santa Bernadette Soubirous a Colli Aniene, dove in un ritrovo informale ascoltò i giovani dell’oratorio, rispondendo a domande su come pregare: “È importante sentire lo sguardo di Dio e vivere la ‘chiesa in uscita’, scendendo in strada per aiutare”. E chi dimentica quando si riunì in preghiera nel cortile di un condominio in via della Palmarola, senza preavviso, raccomandando alle famiglie: “Ascoltate i vostri figli”. Persino in centro, fece capolino nel negozio di dischi in via della Minerva o dal fidato ottico Alessandro Spiezia in via del Babuino: “Venne di persona per le lenti, dicendo che ‘dall’ottico si va di persona’. La sua umiltà mi ha sempre spiazzato; non voleva sprechi e con me aveva un’amicizia che mi ha riempito il cuore”.

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A Roma, il drammatico confronto tra una madre e un aggressore con il figlio di 4 anni al fianco

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A Roma, il drammatico confronto tra una madre e un aggressore con il figlio di 4 anni al fianco

Hai mai immaginato un tranquillo pomeriggio con tuo figlio trasformarsi in un incubo per colpa di un aggressore ubriaco? #Roma #Esquilino #MinacciaNotturna

L’Incidente Sconvolgente nel Cuore di Roma

Un pomeriggio apparentemente sereno si è trasformato in un momento di puro terrore per una mamma e il suo bambino, mentre camminavano nei pressi di piazza Dante, nel vivace rione Esquilino. L’uomo, di origini straniere e visibilmente alterato dall’alcol, brandiva il collo di una bottiglia di vetro, creando un’atmosfera di paura e tensione inaspettata.

La Testimonianza della Mamma Terrorizzata

Anna M. ha raccontato i dettagli di quell’incontro agghiacciante: “Erano circa le 18 e io e mio figlio stavamo tornando a casa dopo una giornata al parco. Il bambino era stanco ma felice, e le giornate più lunghe rendevano tutto così piacevole”. Ma improvvisamente, l’uomo ha iniziato a seguirli, accelerando i passi e gridando insulti, lasciando la donna in preda al panico.

L’Aggressione e il Momento di Paura

Nonostante i tentativi di distrarre il piccolo e accelerare, l’aggressore li ha raggiunti, afferrando il braccio della mamma e puntandole il collo della bottiglia quasi in faccia. “Voleva soldi e il bambino ha iniziato a piangere, mentre lui rideva in modo inquietante”, ha spiegato Anna. Per liberarsi, ha dovuto cedere 50 euro, sperando che l’incubo finisse lì e che l’uomo scomparisse. Da quel momento, il piccolo è rimasto profondamente scosso, e la mamma ora si chiede come vivere in un quartiere dove eventi del genere sembrano all’ordine del giorno.

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