Cronaca
“Rifiuti: il ponte invisibile che diffonde i batteri tra le specie”

Presenza di specie indesiderate a Roma
Negli ultimi tempi, la capitale italiana sta affrontando un aumento di incontri spiacevoli con animali non graditi, sia nelle strade che nei luoghi privati. Tra le creature più comunemente segnalate ci sono le vespe Orientalis, i cinghiali e, in rarissimi casi, i serpenti. Le autorità locali ricevono frequentemente richieste di intervento da parte della popolazione, tramite il numero telefonico di emergenza e le forze di polizia. Secondo il parere dell’esperto Andrea Lunerti, la causa di questa situazione non può essere ricondotta a un solo elemento, ma è piuttosto il risultato della cattiva gestione dei rifiuti sia da parte delle aziende sia dei cittadini. Lunerti mette in evidenza l’importanza di mantenere chiusi in modo sicuro i contenitori per la spazzatura, così da scoraggiare il proliferare di specie potenzialmente dannose.
Cinghiali in crescita
I cinghiali stanno diventando una presenza sempre più visibile nella capitale, con avvistamenti che si sono intensificati, specialmente nei pressi della stazione della metro di Ponte Mammolo. Un episodio recente ha visto un cinghiale aggirarsi nei dintorni della Linea B, cercando riparo tra i cespugli. Anche la Cassia ha fatto registrare episodi simili, suscitando apprensione tra gli automobilisti. Questi animali possono essere portatori di malattie, come la peste suina, e per questo nel corso del 2023 è stato attuato un piano di gestione che prevede il controllo e l’eventuale abbattimento dei cinghiali in aree sicure, con l’obiettivo di trasformarli in risorsa alimentare. Lunerti sottolinea che la presenza di rifiuti lasciati incustoditi attrae notevolmente questi animali, sempre in cerca di cibo.
Vespe Orientalis: una minaccia da non sottovalutare
Le vespe Orientalis rappresentano un crescente pericolo nelle aree urbane italiane, inclusa Roma. La situazione persiste anche in condizioni climatiche incerte. A differenza delle api, i cui diritti sono maggiormente tutelati, le vespe necessitano di interventi per garantire la sicurezza umana e della fauna locale. Un episodio recente ha coinvolto la formazione di un nido all’interno di un appartamento nella zona di Monte Mario. Questi insetti tendono a penetrare nei contesti urbani a causa del commercio e della movimentazione di alimenti e materiali, fenomeno ulteriormente aggravato dai cambiamenti climatici in atto.
Cronaca
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Come è scoppiata la violenza in piena notte?
Due giovani italiani, appena conosciuti, avevano deciso di passare una serata speciale durante Pasqua, passeggiando per le vie del centro storico. Ma quella che doveva essere una notte romantica si è trasformata in un incubo: sono stati brutalmente aggrediti e derubati da tre nordafricani, solo per essersi mostrati affettuosi. Immaginate la scena: abbracciati mentre camminano, quando improvvisamente insulti omofobi esplodono dall’ombra, trasformando un momento innocente in un’esplosione di violenza.
I testimoni raccontano l’orrore: cosa è successo davvero?
L’attacco è avvenuto sotto gli occhi attoniti di passanti, lungo via dei Fori Imperiali, poco dopo le sei del mattino del 20 aprile. I tre aggressori – un tunisino e due egiziani, uno dei quali minorenne – hanno iniziato con urla come “Vergognatevi!”, passando rapidamente a calci, pugni e persino spray al peperoncino. Uno dei ragazzi è caduto a terra, stordito, e i malviventi ne hanno approfittato per rubargli il borsello con soldi, carte e documenti. Ma ecco il colpo di scena: diversi testimoni, tra cui una turista ucraina di 18 anni, hanno filmato tutto con il cellulare, fornendo prove cruciali per l’arresto.L’inseguimento e la cattura: i colpevoli sono stati fermati?
Le forze dell’ordine sono state allertate da passanti preoccupati, che hanno chiamato i soccorsi descrivendo la scena come “indemoniata”. I carabinieri sono intervenuti rapidamente, bloccando i tre aggressori mezz’ora dopo l’attacco, lungo via Manin. Grazie alle descrizioni delle vittime e al video della turista, i sospettati – residenti a Latina – sono stati identificati e perquisiti, con la refurtiva trovata addosso. Un arresto che potrebbe rivelare molto di più su questi raid improvvisi.
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Le Testimonianze
Immaginate la sorpresa quando Papa Francesco, con la sua umiltà disarmante, strinse la mano a nonna Rosina nella Casa della Carità della parrocchia di San Gregorio Magno, dandole la forza per affrontare la malattia. L’allora parroco Don Renzo Chiesa ricorda vividly quel momento: “Quando scese dall’utilitaria, chiese: ‘Ma questa è la famosa Magliana?'”. E non è finita qui: in un incontro esclusivo a Corviale con l’associazione Piacca, che aiuta chi ha avuto guai con la giustizia, Francesco volle ascoltare storie personali. Massimiliano Lustri, un tempo noto come “Er tapparella”, racconta: “Rise a crepapelle ascoltando i miei aneddoti, come quella volta che in un appartamento finii per pranzare con un’anziana”. Quell’incontro magico cambiò tutto: i ragazzi dell’associazione si reintegrarono nella società e ancora oggi portano al collo il rosario regalato dal Papa.
L’Abbraccio
E se vi dicessimo che un semplice abbraccio del Papa ha consolato un bimbo e lasciato un segno indelebile? Durante la visita alla parrocchia San Paolo della Croce al Serpentone, Francesco abbracciò Emanuele, un ragazzino di 8 anni, che con voce tremante gli chiese: “Mio papà è morto, era ateo, ma ci ha fatto battezzare, ora dov’è? Sta in paradiso?”. Il parroco Don Roberto Cattaneo, ancora emozionato, rivela: “Negli anni, il Pontefice mi chiamava per sapere come stava Emanuele”. Oggi, a 17 anni, Emanuele si è commosso profondamente alla notizia della scomparsa di Francesco, sostenuto dalla mamma Elisabetta Pacciotti: “Per lui è come aver perso un altro papà; il Papa lo rassicurò dicendo che suo padre era sicuramente in paradiso”. Ma le sorprese non si fermano: durante la pandemia, Francesco chiamò inaspettatamente per una benedizione in streaming, dimostrando un’umiltà che lascia senza parole. E poi, c’è la storia di Cinzia Desiati, la mamma di Fabrizio Di Bitetto, morto in un incidente: “Ricevetti una telefonata da un numero privato: ‘Sono Papa Francesco, non è uno scherzo’. Quella chiacchierata fu come una carezza, e mantenne la promessa invitandoci in Vaticano”.L’Incontro
Preparatevi a storie che vi faranno riflettere: Francesco era maestro nell’incontrare chi ne aveva più bisogno, come quando abbracciò Serena, una mamma che aveva perso la figlioletta Angelica. Oppure, nella parrocchia di Santa Bernadette Soubirous a Colli Aniene, dove in un ritrovo informale ascoltò i giovani dell’oratorio, rispondendo a domande su come pregare: “È importante sentire lo sguardo di Dio e vivere la ‘chiesa in uscita’, scendendo in strada per aiutare”. E chi dimentica quando si riunì in preghiera nel cortile di un condominio in via della Palmarola, senza preavviso, raccomandando alle famiglie: “Ascoltate i vostri figli”. Persino in centro, fece capolino nel negozio di dischi in via della Minerva o dal fidato ottico Alessandro Spiezia in via del Babuino: “Venne di persona per le lenti, dicendo che ‘dall’ottico si va di persona’. La sua umiltà mi ha sempre spiazzato; non voleva sprechi e con me aveva un’amicizia che mi ha riempito il cuore”.
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