L’ennesima violenza contro le donne a Roma vede coinvolto un uomo di cinquant’anni, arrestato dalla Polizia di Stato con accuse gravissime come lesioni, minacce, atti persecutori e stalking. La vittima, una donna di trent’anni al sesto mese di gravidanza, ha trovato il coraggio di denunciare l’uomo, mettendo in luce una situazione di abusi e terrore che durava da anni.

Un dramma quotidiano

La donna, residente nel quartiere Prenestino, ha vissuto un’escalation di violenze negli ultimi tempi, soprattutto da quando la gravidanza è stata scoperta. Le violenze sono sfociate in tentativi di farla abortire con modalità che evocano veri e propri atti di tortura, come calci e pugni sul ventre o tentativi di soffocamento con deodorante spray. Le minacce erano costanti: “Tanto sto ragazzino non lo metterai mai alla luce perché te lo faccio perdere”, le diceva l’uomo, promettendole che non avrebbe mai trovato pace.

L’intervento decisivo

Grazie al suo coraggio e al supporto di un centro antiviolenza di Torre Spaccata, la donna ha deciso di agire, contattando la polizia e denunciando il compagno. L’intervento degli agenti è stato tempestivo, e le prove raccolte sono state sufficienti per giustificare l’arresto dell’uomo, che ora si trova recluso nel carcere romano di Regina Coeli, in attesa delle decisioni dell’autorità giudiziaria.

Le parole disperate della compagna sono diventate infine un atto di accusa che potrebbe finalmente porre fine al suo incubo. Nell’attesa di ulteriori sviluppi, l’arresto dell’uomo rappresenta un passo avanti nella lotta contro la violenza di genere, un problema che continua a destare allarme sociale.

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