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Cronaca

Blitz dei cittadini con il metro in mano a Prati per misurare i dehors.

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Blitz dei cittadini con il metro in mano a Prati per misurare i dehors.

Con un metro da cantiere si sono messi a misurare i dehors di Prati. E lì, provocatoriamente, si sono mossi tra i tavolini che piano piano si stavano riempiendo di avventori. L’associazione dei consumatori Codacons ieri mattina ha nuovamente acceso i riflettori sugli spazi pubblici occupati dai bar, dai ristoranti, dalle pizzerie e più in generale dai locali che compongono il variegato mondo del food capitolino. Questa volta è stata in via Otranto, tra viale Giulio Cesare e in viale delle Milizie, per prendere le misure di quegli esercenti che hanno i loro tavolini lungo la strada, con autorizzazioni che lo stesso Codacons vorrebbe far passare al setaccio per controllarne la regolarità.

IL NUMERO

«A Roma in media il 20% dei dehors installati da bar e ristoranti sono irregolari e occupano abusivamente il suolo pubblico – ha spiegato il presidente di Codacons, Carlo Rienzi – Strutture di ferro che poggiano su grandi pedane in legno, e quindi anche difficilmente removibili. Su 10mila controlli effettuati dalla polizia locale negli ultimi nove mesi, infatti, ben 2mila dehors, 1 su 5, sono risultati fuorilegge. Numeri che, purtroppo, confermano il nostro allarme su una situazione di illegalità diffusa che caratterizza soprattutto il Centro Storico della Capitale, dove si concentra quasi la metà di tutte le violazioni registrate sul territorio comunale». Rienzi se la prende anche con il Campidoglio e promette di far muovere l’associazione anche contro i dipendenti dell’amministrazione che hanno rilasciato autorizzazioni che, a loro parere, hanno invaso un po’ troppo le strade della città. «Fa vergogna che una amministrazione comunale per far soldi venda le strade cittadine a bar e ristoranti sottraendole a chi ne ha diritto – aggiunge – Chiederemo che tutti i funzionari che hanno firmato permessi assurdi e che non li hanno revocati vadano sotto processo alla Corte dei Conti e risarciscano i cittadini con i loro “beni ed averi personali” come previsto dall’articolo 28 della Costituzione, secondo cui “i funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici”».

L’IMPEGNO DEL COMUNE

Di dehors a Roma ce ne sono tantissimi e si sono moltiplicati soprattutto durante la pandemia, quando i tavolini all’esterno permettevano la vita sociale in città. I più “invasivi” sono quelli fatti con le pedane, soprattutto lungo le strade, che hanno spesso anche una copertura semovibile. Poi ci sono quelli fatti dai soli tavolini (magari coperti da qualche ombrellone) e che spesso riempiono il marciapiedi. Se ne vedono molti in Centro, come per esempio in via del Tritone dove ogni giorno i turisti, appena usciti dalla stazione della metropolitana Barberini sono costretti a fare lo zig zag tra tavolini e lavagnette dei menù per raggiungere Fontana di Trevi e piazza di Spagna. «I restringimenti spesso sono tali che rendono difficile il passaggio a piedi o con le sedie a rotelle», continua Carlo Rienzi. E tra i dehors ci sono anche sempre più casi di microcriminalità. Come ha denunciato qualche giorno fa Claudio Pica, presidente di Fiepet Confesercenti, proprio sulle colonne del Messaggero, «il fenomeno» di furti e borseggi «è raddoppiato rispetto allo scorso anno». «Ormai riceviamo tra le 80 e le 100 segnalazioni al giorno tra scippi, furti e borseggi nei bar e nei ristoranti del Centro», ha tuonato. Le zone più colpite restano quelle del Centro tra piazza Farnese, Aventino e la stazione Termini, ma anche Ponte Milvio, Prati, Parioli e i rioni Monti e Trastevere. Il Campidoglio già la scorsa estate ha dichiarato guerra al tavolino selvaggio nella zona Unesco: chi non rispetta le regole rischia fino a dieci giorni di chiusura dell’attività. E i controlli contro gli irregolari saranno sicuramente rafforzati con l’avvicinarsi del Giubileo.

giampiero.valenza@ilmessaggero.it

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Allerta massima a Roma per i funerali del Papa. Appello alla pace per il 25 aprile, con qualche dubbio sull’esagerazione.

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Il vescovo di Roma: una dichiarazione che nasconde sorprese

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Il vescovo di Roma: una dichiarazione che nasconde sorprese

PapaFrancesco: Scopri i segreti delle sue preghiere miracolose e visite nascoste che hanno cambiato Roma!

La Devozione Profonda per la Città Eterna

Papa Francesco ha sempre vissuto il suo ruolo di vescovo di Roma con passione, immerso tra i fedeli e gli ultimi. Prima di diventare Pontefice, la sua parrocchia era quella di San Roberto Bellarmino nel quartiere Parioli. Subito dopo l’elezione nel 2013, ha scelto la Basilica di Santa Maria Maggiore come suo rifugio spirituale, dove pregava di fronte all’icona della Madonna Salus populi romani, simbolo della devozione romana.

Momenti Iconici durante le Crisi

Non tutti sanno che, in piena pandemia Covid, Papa Francesco ha compiuto gesti che hanno catturato l’attenzione globale. Il 15 marzo 2020, si è recato a Santa Maria Maggiore per implorare la fine dell’epidemia. Pochi giorni dopo, l’icona è stata portata in una Piazza San Pietro deserta, proprio nel giorno del picco di morti in Italia. Da quel momento, i contagi hanno iniziato a diminuire. E chi poteva immaginare che, durante il lockdown, il Papa camminasse per le strade vuote di Roma fino alla Basilica di San Marcellino per pregare un antico crocifisso, sperando di fermare la “Grande peste” moderna?

Un Focus sulle Periferie e sui Poveri

Papa Francesco ha sempre predicato una Chiesa “in uscita”, e le sue visite alle parrocchie romane ne sono la prova. Ha ripristinato la tradizione delle visite domenicali, raggiungendo luoghi come Labaro e Don Bosco. In una delle sue prime uscite, nel 2013, alla parrocchia dei Santi Elisabetta e Zaccaria, ha ribadito: “Il Papa è il vescovo di Roma e deve esserlo ogni giorno”. Durante una messa nella chiesa di San Pier Damiani, ha emozionato i fedeli definendo i poveri “il tesoro della Chiesa”, richiamando la storia di San Lorenzo. Negli ultimi anni, ha lanciato appelli contro le disuguaglianze, vedendo Roma come un esempio per il mondo.

Incontri con le Istituzioni e la Società

Tre volte il Papa è salito al Campidoglio, con discorsi che hanno fatto storia, come quello in Aula Giulio Cesare sul Giubileo e lo spirito di accoglienza di Roma. Ma non solo: ha visitato realtà sociali come la Fondazione Roma e mostre d’arte, come quella di Chagall al Museo del Corso. Un’immagine indimenticabile lo ritrae su una terrazza romana, in sedia a rotelle accanto a Emma Bonino, in un incontro intimo come quelli di un semplice sacerdote. Come vescovo tra i vescovi, le sue azioni continuano a ispirare curiosità e dibattito.

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