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Durante le elezioni alla Sapienza, gli studenti di destra e gli antifascisti si scontrano con cori, spintoni e insulti.

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Durante le elezioni alla Sapienza, gli studenti di destra e gli antifascisti si scontrano con cori, spintoni e insulti.

Scontri alla Sapienza: tensioni tra studenti di destra e collettivi antifascisti

All’Università La Sapienza di Roma, durante le elezioni per i rappresentanti degli studenti, si sono verificati momenti di grande tensione. Mercoledì 20 novembre, nei pressi della Facoltà di Giurisprudenza, opposti schieramenti politici si sono affrontati con cori, spintoni e insulti.

Momenti di tensione tra studenti

La situazione è stata denunciata dal gruppo studentesco Cambiare Rotta, il quale ha evidenziato la presenza di scritte "Dux" e di svastiche sui manifesti elettorali. Secondo le accuse, gruppi di studenti di destra avrebbero esercitato pressioni sugli elettori alla Sapienza, cercando di influenzare il voto elettorale.

La risposta degli studenti antifascisti

I rappresentanti di Cambiare Rotta hanno dichiarato di aver bloccato quello che hanno definito "l’ennesimo tentativo di aggressione a stampo fascista e squadrista", respingendo le provocazioni con fermezza. Nel resoconto degli antifascisti, le studentesse sarebbero state oggetto di insulti sessisti, ma la risposta compatta degli studenti ha poi allontanato dal campus gli aggressori.

Critiche alla direzione dell’ateneo

Gli studenti antifascisti hanno criticato aspramente il silenzio della rettrice Antonella Polimeni, lamentando una presunta complicità delle istituzioni universitarie con gli elementi squadristi. Hanno ribadito la loro determinazione nel continuare a opporsi a quelli che considerano atteggiamenti fascisti all’interno dell’università.

La situazione resta tesa, alimentata anche dalle diverse interpretazioni delle responsabilità degli incidenti, mentre le immagini e i video dei disordini continuano a circolare sui social media.

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Roma: blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina, chiuse due tavole calde

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Roma: blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina, chiuse due tavole calde

Access Denied: A Roma chiusura di due tavole calde dopo l’invasione di blatte e topi. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina hanno scatenato l’intervento delle autorità. #Roma #Sanità #Cronaca

A Roma, due tavole calde sono state costrette alla chiusura a seguito di un’invasione di blatte e topi. Le condizioni igieniche erano talmente precarie che le autorità non hanno avuto altra scelta se non quella di intervenire immediatamente. La scoperta di blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina ha suscitato un’ondata di indignazione tra i cittadini.

Situazione Igienica Allarmante

Le ispezioni hanno rivelato una situazione igienica allarmante, con la presenza di blatte e topi che hanno infestato gli spazi dove vengono preparati i cibi. Questo ha sollevato seri interrogativi sulla sicurezza alimentare e sulla salute pubblica.

Reazione dei Cittadini

I cittadini romani, già stressati dalle numerose problematiche urbane, hanno reagito con rabbia e delusione. In molti si chiedono come sia possibile che tali condizioni siano state permesse di esistere fino a questo punto. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina è una frase che ha fatto il giro dei social, diventando virale e alimentando il dibattito sulla gestione della sanità pubblica.

Intervento delle Autorità

Le autorità hanno immediatamente chiuso i locali coinvolti, ma la questione non si ferma qui. Ora si pone l’interrogativo su come prevenire futuri episodi simili e se ci sia stata una qualche negligenza da parte degli enti preposti al controllo. La situazione richiede un’azione decisa e trasparente per garantire che la sicurezza alimentare non venga mai più compromessa in questo modo.

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Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro scatena polemiche religiose

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Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro scatena polemiche religiose

Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro ha scatenato un putiferio sui social, con commenti che vanno dal sarcastico all’indignato. #Chiesa #Viterbo #Corruzione

Un recente scandalo ha colpito la comunità di Viterbo, dove un prete è stato accusato di vendere “assoluzioni e confessioni per 50 euro”. La notizia, che ha rapidamente fatto il giro del web, ha sollevato un vespaio di polemiche e discussioni, mettendo in luce una pratica che molti considerano non solo eticamente discutibile, ma anche profondamente contraria ai principi della Chiesa Cattolica.

L’immagine che accompagna l’articolo mostra un messaggio di errore di accesso al sito di Fanpage.it, dove l’articolo originale era stato pubblicato. Il messaggio recita: "Access Denied. You don’t have permission to access ‘http://www.fanpage.it/roma/il-caso-del-prete-di-viterbo-che-vende-assoluzioni-e-confessioni-per-50-euro/‘ on this server. Reference #18.556fdd58.1744451943.8723" e rimanda a un link di errore: https://errors.edgesuite.net/18.556fdd58.1744451943.8723.

La reazione del pubblico è stata immediata e variegata. Alcuni utenti hanno commentato con ironia, chiedendosi se fosse possibile acquistare pacchetti famiglia o sconti per le festività, mentre altri hanno espresso un’indignazione più seria, sottolineando come la sacralità dei sacramenti non possa essere ridotta a una transazione commerciale.

La Chiesa locale non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito, ma la vicenda continua a suscitare dibattito, con molti che si chiedono quali saranno le conseguenze per il prete coinvolto e se questo episodio possa portare a una riflessione più ampia sulle pratiche religiose e la loro gestione.

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