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Cronaca

Guidatore del SUV fuggito condannato a tre anni (ma non andrà in carcere)

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Guidatore del SUV fuggito condannato a tre anni (ma non andrà in carcere)

Luciano Di Meo, residente a Cori, ha patteggiato una pena di 3 anni e quattro mesi di reclusione. L’uomo, 37 anni, era stato coinvolto in un incidente stradale il 29 maggio 2022, nel quale la runner romana Viridiana Rotondi aveva perso la vita mentre correva lungo via Madonna delle Grazie a Cori. Difeso dall’avvocato Luigi Civitella, Di Meo è comparso di fronte al giudice Giuseppe Cario del Tribunale di Latina per rispondere dell’accusa di omicidio stradale e omissione di soccorso.

Rotondi, una 47enne appassionata di corsa, stava svolgendo il suo allenamento mattutino quando un SUV guidato da Di Meo l’ha investita. L’uomo non si è fermato a prestare soccorso, lasciando che fossero due passanti a scoprire il corpo e a contattare i soccorsi. La runner è stata trasportata d’urgenza in ospedale con gravi traumi, ma è deceduta due giorni dopo. La sua morte ha scosso profondamente la comunità, in particolare a Roma, dove lavorava presso il centro sperimentale di cinematografia e faceva parte della Lazio Olimpia runners team.

Le reazioni

All’epoca dei fatti, gli organizzatori della Roma Appia Run hanno commentato l’accaduto, riflettendo su come la vita possa cambiare improvvisamente e su quanto sia cruciale la responsabilità alla guida. Le indagini iniziali condotte dai carabinieri hanno rapidamente identificato Di Meo come responsabile, sebbene lui avesse dichiarato di non essersi accorto di nulla. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio e, successivamente, la difesa ha richiesto di patteggiare la pena per ridurla di un terzo, richiesta accolta dal giudice.

La sentenza ha previsto anche la revoca della patente per Di Meo. I familiari di Viridiana Rotondi non hanno partecipato al procedimento come parte civile, avendo già ricevuto un risarcimento dalla compagnia assicurativa.

Cronaca

Roma, agguato al Pigneto, uccisi un uomo e una donna

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Roma, agguato al Pigneto, uccisi un uomo e una donna

Roma si sveglia sotto choc per un duplice omicidio che puzza di misteri etnici: una coppia di cinesi, probabilmente intenti a pedalare tranquilli su una bici elettrica come tanti immigrati che riempiono le strade della Capitale, è stata falciata da spari improvvisi e poi i killer sono scappati in moto come in un film di serie B. Morti sul colpo, senza pietà, in via Prenestina. Ma chi c’è dietro? Debiti, gang o la solita Roma che non perdona? #OmicidioRoma #CinesiNellaMira #SpariNotturni #CriminalitàItaliana #ViraleOra

La scena del crimine

Nella notte romana, la quiete di via Prenestina al civico 70 è stata rotta da una raffica di spari. La coppia di nazionalità cinese, sorpresa mentre pedalava su una bicicletta a pedalata assistita, non ha avuto scampo. Morti praticamente sul colpo, ai piedi di un anonimo palazzo, con i soccorsi arrivati troppo tardi per fare qualsiasi cosa. È la faccia cruda di una città dove anche una gita in bici può finire in tragedia.

Indagini in corso

Sul posto sono piombati i carabinieri del comando provinciale di Roma e del nucleo investigativo, che ora setacciano l’area vicino al Pigneto per capire cosa diavolo è successo. Hanno trovato un mucchio di bossoli per terra, segno di un agguato ben pianificato. Le telecamere di sorveglianza della zona sono sotto esame, nella speranza di beccare la fuga dei sicari su quella moto. La polizia non molla: chi ha fatto fuori questi due?

Testimonianze dal quartiere

Alexander Castillo, un residente locale, è uno dei primi ad aver visto il caos. “In questo palazzo vivono un sacco di famiglie cinesi, è sempre stato tutto tranquillo”, ha raccontato, con l’aria di chi non se lo aspettava. Ma adesso, con questa scena da incubo, il quartiere non è più lo stesso. Chissà se questa tranquilla comunità nasconde segreti più oscuri del previsto.

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Guido D’Ubaldo confermato presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio

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Guido D’Ubaldo confermato presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio

Il mondo del giornalismo è in crisi, con fake news che volano come mosche su un banchetto di politici corrotti, e ora i giornalisti del Lazio eleggono Guido D’Ubaldo come presidente per un altro mandato – chissà se riuscirà a distinguere il vero dal finto in questa giungla di penne vendute e notizie preconfezionate. #OdgLazio #GiornalismoInCrisi #FakeNewsAlert #MediaMess (278 caratteri)

Nuove nomine al Consiglio

Il nuovo Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio si è insediato il 14 aprile, con elezioni che hanno visto una maggioranza schiacciante. Guido D’Ubaldo è stato confermato come presidente, forse perché è l’unico che sa gestire il circo mediatico senza troppi casini. Al suo fianco, Roberto Rossi come vicepresidente – un duo che promette di essere più stabile di un governo italiano. La segretaria è Serena Bortone, e Anna Laura Bussa è la tesoriera, pronta a tenere d’occhio i conti mentre i colleghi inseguono scoop.

La squadra completa

A completare il consiglio regionale, che resterà in carica per i prossimi tre anni, ci sono i professionisti Sara Menafra, Carlo Picozza e Francesco Repice – speriamo non siano solo una banda di chiacchieroni. I consiglieri pubblicisti sono Manuela Biancospino e Nicola Di Stefano. D’Ubaldo, al suo secondo mandato, ha una carriera piena di incarichi, tra cui consigliere e segretario del Consiglio nazionale – ma in tempi di crisi, fa sempre ridere pensare che questi tipi possano salvare il giornalismo da se stesso.

Messaggio dal presidente

D’Ubaldo ha dichiarato: “Il mondo del giornalismo vive momenti di sfide e trasformazioni e sono convinto che, insieme, potremo affrontarle con determinazione e passione. Sono entusiasta di cominciare questo percorso con tutto il Consiglio. Voglio essere il presidente di tutti i giornalisti del Lazio. Metteremo il nostro impegno per costruire un futuro migliore per il giornalismo”. Peccato che, con l’era dei social, le parole belle non bastino a combattere i troll e i politici che manipolano l’informazione – ma almeno provano, no?

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