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Pretty Solero della Love Gang riceve una condanna a 2 anni per violenze nei confronti della madre: “Sputi e pugni”

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Pretty Solero della Love Gang riceve una condanna a 2 anni per violenze nei confronti della madre: “Sputi e pugni”

L’esponente della Love Gang 126, noto come Pretty Solero, è stato condannato a due anni di reclusione e trasferito in una comunità di recupero. La condanna è giunta a seguito delle ripetute violenze e minacce rivolte alla madre, da cui cercava di ottenere denaro per l’acquisto di droga. Gli inquirenti hanno delineato un quadro di abusi, segnalando episodi in cui il giovane rapper avrebbe usato violenza fisica e psicologica per estorcere denaro.

La Condanna e gli Aspetti Legali

Il giudice ha riconosciuto al membro della Love Gang 126, nato nel 1993, le attenuanti generiche, riducendo così la pena rispetto ai tre anni richiesti dall’accusa. La madre ha scelto di non costituirsi parte civile e nessuna dichiarazione è stata rilasciata all’esterno del tribunale. Gli episodi di violenza risalgono al luglio 2024, quando l’abitazione della madre è stata ritrovata in uno stato devastato dai carabinieri, accorsi su chiamata della donna.

Una Carriera Altalenante

L’arresto rappresenta un ulteriore colpo per Pretty Solero, il quale ha vissuto una carriera segnata da alti e bassi, con un uso problematico di stupefacenti. Le esibizioni dal vivo hanno rivelato spesso il suo stato problematico. I documenti del processo riportano comportamenti di crescente aggressività verso la madre, con richieste persistenti di denaro culminate in gesti violenti. L’ultima eclatante aggressione sarebbe avvenuta pochi giorni prima dell’intervento delle forze dell’ordine, con minacce fisiche e psicologiche protrattesi nel tempo.

Il trasferimento di Pretty Solero in una comunità di recupero è parte della decisione del tribunale, con l’obiettivo di affrontare le sue problematiche personali e il rapporto difficile con le sostanze stupefacenti.

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Roma: blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina, chiuse due tavole calde

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Roma: blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina, chiuse due tavole calde

Access Denied: A Roma chiusura di due tavole calde dopo l’invasione di blatte e topi. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina hanno scatenato l’intervento delle autorità. #Roma #Sanità #Cronaca

A Roma, due tavole calde sono state costrette alla chiusura a seguito di un’invasione di blatte e topi. Le condizioni igieniche erano talmente precarie che le autorità non hanno avuto altra scelta se non quella di intervenire immediatamente. La scoperta di blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina ha suscitato un’ondata di indignazione tra i cittadini.

Situazione Igienica Allarmante

Le ispezioni hanno rivelato una situazione igienica allarmante, con la presenza di blatte e topi che hanno infestato gli spazi dove vengono preparati i cibi. Questo ha sollevato seri interrogativi sulla sicurezza alimentare e sulla salute pubblica.

Reazione dei Cittadini

I cittadini romani, già stressati dalle numerose problematiche urbane, hanno reagito con rabbia e delusione. In molti si chiedono come sia possibile che tali condizioni siano state permesse di esistere fino a questo punto. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina è una frase che ha fatto il giro dei social, diventando virale e alimentando il dibattito sulla gestione della sanità pubblica.

Intervento delle Autorità

Le autorità hanno immediatamente chiuso i locali coinvolti, ma la questione non si ferma qui. Ora si pone l’interrogativo su come prevenire futuri episodi simili e se ci sia stata una qualche negligenza da parte degli enti preposti al controllo. La situazione richiede un’azione decisa e trasparente per garantire che la sicurezza alimentare non venga mai più compromessa in questo modo.

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Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro scatena polemiche religiose

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Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro scatena polemiche religiose

Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro ha scatenato un putiferio sui social, con commenti che vanno dal sarcastico all’indignato. #Chiesa #Viterbo #Corruzione

Un recente scandalo ha colpito la comunità di Viterbo, dove un prete è stato accusato di vendere “assoluzioni e confessioni per 50 euro”. La notizia, che ha rapidamente fatto il giro del web, ha sollevato un vespaio di polemiche e discussioni, mettendo in luce una pratica che molti considerano non solo eticamente discutibile, ma anche profondamente contraria ai principi della Chiesa Cattolica.

L’immagine che accompagna l’articolo mostra un messaggio di errore di accesso al sito di Fanpage.it, dove l’articolo originale era stato pubblicato. Il messaggio recita: "Access Denied. You don’t have permission to access ‘http://www.fanpage.it/roma/il-caso-del-prete-di-viterbo-che-vende-assoluzioni-e-confessioni-per-50-euro/‘ on this server. Reference #18.556fdd58.1744451943.8723" e rimanda a un link di errore: https://errors.edgesuite.net/18.556fdd58.1744451943.8723.

La reazione del pubblico è stata immediata e variegata. Alcuni utenti hanno commentato con ironia, chiedendosi se fosse possibile acquistare pacchetti famiglia o sconti per le festività, mentre altri hanno espresso un’indignazione più seria, sottolineando come la sacralità dei sacramenti non possa essere ridotta a una transazione commerciale.

La Chiesa locale non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito, ma la vicenda continua a suscitare dibattito, con molti che si chiedono quali saranno le conseguenze per il prete coinvolto e se questo episodio possa portare a una riflessione più ampia sulle pratiche religiose e la loro gestione.

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