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Lorenzo, investito da un bus dopo l’uscita dall’ospedale, vede presentata una richiesta di archiviazione a cui la famiglia si oppone

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Lorenzo, investito da un bus dopo l’uscita dall’ospedale, vede presentata una richiesta di archiviazione a cui la famiglia si oppone

Un giovane chef di 21 anni, Lorenzo Moi, è deceduto a gennaio 2023 dopo essere stato investito da un autobus sulla via del Mare a Roma. Il ragazzo era stato ricoverato all’ospedale Grassi di Ostia in seguito a un crollo psicotico, ma, secondo quanto riportato, è stato dimesso dai medici nonostante le sue condizioni mentali fossero fragili. Questa situazione ha suscitato l’attenzione della procura, che ha recentemente richiesto l’archiviazione del caso.

Circostanze della morte

Secondo le ricostruzioni, Lorenzo uscì dall’ospedale in piena notte, indossando solo una maglietta a mezze maniche e senza cellulare. Poco dopo, mentre si trovava in stato confusionale, venne investito da un autobus. Il conducente non riuscì a frenare in tempo, portando alla morte del giovane quasi immediatamente.

Opposizione della famiglia

La famiglia di Lorenzo, come riportato da Il Corriere della Sera, si oppone alla richiesta di archiviazione. I genitori chiedono che vengano svolte indagini più approfondite riguardo al comportamento del personale sanitario. In particolare, vogliono chiarire le ragioni per cui Lorenzo non sia stato sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio nonostante il suo evidente stato di crisi; il ragazzo mostrava segni di agitazione, aveva calciato porte e, in un secondo momento, era stato sedato. Tuttavia, dopo il risveglio, è stato lasciato andare, senza che i genitori venissero avvertiti immediatamente.

Accuse di negligenza

Nell’opposizione dei legali della famiglia Moi, si legge: ‘”I medici hanno negligentemente sottovalutato le condizioni mentali di Lorenzo”‘. Inoltre, si lamenta che il pubblico ministero ha disatteso “in modo eclatante gli accertamenti chiesti dal gip”. Si fa riferimento a una perizia medica, non condotta da uno psichiatra ma da un neurologo, che sostiene che il giovane non era agitato al risveglio, contrariamente ai testimoni presenti. “Il ragazzo non poteva esprimere alcun consenso, ma è stato lasciato andare”, si evidenzia nella dichiarazione.

La situazione ha sollevato interrogativi sulla gestione della salute mentale e sulla responsabilità dei professionisti in ambito sanitario, in attesa di ulteriori sviluppi nel caso.

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Roma: blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina, chiuse due tavole calde

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Roma: blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina, chiuse due tavole calde

Access Denied: A Roma chiusura di due tavole calde dopo l’invasione di blatte e topi. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina hanno scatenato l’intervento delle autorità. #Roma #Sanità #Cronaca

A Roma, due tavole calde sono state costrette alla chiusura a seguito di un’invasione di blatte e topi. Le condizioni igieniche erano talmente precarie che le autorità non hanno avuto altra scelta se non quella di intervenire immediatamente. La scoperta di blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina ha suscitato un’ondata di indignazione tra i cittadini.

Situazione Igienica Allarmante

Le ispezioni hanno rivelato una situazione igienica allarmante, con la presenza di blatte e topi che hanno infestato gli spazi dove vengono preparati i cibi. Questo ha sollevato seri interrogativi sulla sicurezza alimentare e sulla salute pubblica.

Reazione dei Cittadini

I cittadini romani, già stressati dalle numerose problematiche urbane, hanno reagito con rabbia e delusione. In molti si chiedono come sia possibile che tali condizioni siano state permesse di esistere fino a questo punto. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina è una frase che ha fatto il giro dei social, diventando virale e alimentando il dibattito sulla gestione della sanità pubblica.

Intervento delle Autorità

Le autorità hanno immediatamente chiuso i locali coinvolti, ma la questione non si ferma qui. Ora si pone l’interrogativo su come prevenire futuri episodi simili e se ci sia stata una qualche negligenza da parte degli enti preposti al controllo. La situazione richiede un’azione decisa e trasparente per garantire che la sicurezza alimentare non venga mai più compromessa in questo modo.

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Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro scatena polemiche religiose

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Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro scatena polemiche religiose

Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro ha scatenato un putiferio sui social, con commenti che vanno dal sarcastico all’indignato. #Chiesa #Viterbo #Corruzione

Un recente scandalo ha colpito la comunità di Viterbo, dove un prete è stato accusato di vendere “assoluzioni e confessioni per 50 euro”. La notizia, che ha rapidamente fatto il giro del web, ha sollevato un vespaio di polemiche e discussioni, mettendo in luce una pratica che molti considerano non solo eticamente discutibile, ma anche profondamente contraria ai principi della Chiesa Cattolica.

L’immagine che accompagna l’articolo mostra un messaggio di errore di accesso al sito di Fanpage.it, dove l’articolo originale era stato pubblicato. Il messaggio recita: "Access Denied. You don’t have permission to access ‘http://www.fanpage.it/roma/il-caso-del-prete-di-viterbo-che-vende-assoluzioni-e-confessioni-per-50-euro/‘ on this server. Reference #18.556fdd58.1744451943.8723" e rimanda a un link di errore: https://errors.edgesuite.net/18.556fdd58.1744451943.8723.

La reazione del pubblico è stata immediata e variegata. Alcuni utenti hanno commentato con ironia, chiedendosi se fosse possibile acquistare pacchetti famiglia o sconti per le festività, mentre altri hanno espresso un’indignazione più seria, sottolineando come la sacralità dei sacramenti non possa essere ridotta a una transazione commerciale.

La Chiesa locale non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito, ma la vicenda continua a suscitare dibattito, con molti che si chiedono quali saranno le conseguenze per il prete coinvolto e se questo episodio possa portare a una riflessione più ampia sulle pratiche religiose e la loro gestione.

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