Attualità
Roma è la città in cui gli abitanti sopportano gli affitti più pesanti nel loro portafoglio.

A Roma, gli affitti rappresentano una vera e propria zavorra per i residenti, gravando per circa l’80% sul reddito medio. Questo dato allarmante è emerso dalla classifica annuale sulla qualità della vita, redatta da il Sole 24 Ore.
Roma, città con i costi di affitto più elevati, affronta una sfida significativa. Secondo l’analisi, che dal 1990 valuta 107 città e capoluoghi d’Italia, Roma è scesa di ben 14 posizioni, attestandosi al 59esimo posto nella classifica 2024. Tale flessione ha colpito tutte le grandi città, ma la capitale è risultata particolarmente colpita.
Un problema sistemico
L’analisi ha inoltre messo in luce la difficoltà degli abitanti di Roma, indipendentemente dalla loro origine, di trovare abitazioni sostenibili. Roma occupa il 107esimo posto, l’ultimo della lista, sia per quanto riguarda il reddito mensile necessario per acquistare un immobile, sia per i canoni di locazione medi. Questa realtà evidenzia come il problema delle abitazioni sia diventato un’emergenza sistemica, non limitata solo ai periodi di ricerca di alloggio degli studenti.
Un appartamento di 100 metri quadri in una zona semi-centrale di Roma richiede ben l’81% del reddito medio, con un onere di 165 mensilità per l’acquisto della casa. Confrontando, città come Foggia e Arezzo presentano percentuali di affitto e mensilità complessivamente più basse, attestandosi rispettivamente al 20% e 27%. Milano, spesso citata per i suoi alti costi immobiliari, si ferma al 46%.
Aumento previsto dei prezzi
Le previsioni sul mercato degli affitti a Roma destano preoccupazione. Attualmente, circa l’80% del reddito medio viene destinato al pagamento dell’affitto, un dato confermato anche dalle recenti testimonianze di studenti e dalle manifestazioni contro gli affitti brevi. Questo fenomeno, amplificato dall’imminente Giubileo 2025, è destinato a causare un ulteriore innalzamento dei prezzi, prima di una probabile flessione post-evento.
Roma, quarta meta turistica a livello mondiale, è colpita dall’overtourism, una condizione che sta pesando negativamente sulle abitazioni e sui costi di vita. L’accessibilità alle abitazioni rimane un tema centrale che continua a influenzare la qualità della vita per i romani.
Attualità
Roma: blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina, chiuse due tavole calde

Access Denied: A Roma chiusura di due tavole calde dopo l’invasione di blatte e topi. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina hanno scatenato l’intervento delle autorità. #Roma #Sanità #Cronaca
A Roma, due tavole calde sono state costrette alla chiusura a seguito di un’invasione di blatte e topi. Le condizioni igieniche erano talmente precarie che le autorità non hanno avuto altra scelta se non quella di intervenire immediatamente. La scoperta di blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina ha suscitato un’ondata di indignazione tra i cittadini.
Situazione Igienica Allarmante
Le ispezioni hanno rivelato una situazione igienica allarmante, con la presenza di blatte e topi che hanno infestato gli spazi dove vengono preparati i cibi. Questo ha sollevato seri interrogativi sulla sicurezza alimentare e sulla salute pubblica.
Reazione dei Cittadini
I cittadini romani, già stressati dalle numerose problematiche urbane, hanno reagito con rabbia e delusione. In molti si chiedono come sia possibile che tali condizioni siano state permesse di esistere fino a questo punto. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina è una frase che ha fatto il giro dei social, diventando virale e alimentando il dibattito sulla gestione della sanità pubblica.
Intervento delle Autorità
Le autorità hanno immediatamente chiuso i locali coinvolti, ma la questione non si ferma qui. Ora si pone l’interrogativo su come prevenire futuri episodi simili e se ci sia stata una qualche negligenza da parte degli enti preposti al controllo. La situazione richiede un’azione decisa e trasparente per garantire che la sicurezza alimentare non venga mai più compromessa in questo modo.
Attualità
Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro scatena polemiche religiose

Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro ha scatenato un putiferio sui social, con commenti che vanno dal sarcastico all’indignato. #Chiesa #Viterbo #Corruzione
Un recente scandalo ha colpito la comunità di Viterbo, dove un prete è stato accusato di vendere “assoluzioni e confessioni per 50 euro”. La notizia, che ha rapidamente fatto il giro del web, ha sollevato un vespaio di polemiche e discussioni, mettendo in luce una pratica che molti considerano non solo eticamente discutibile, ma anche profondamente contraria ai principi della Chiesa Cattolica.
L’immagine che accompagna l’articolo mostra un messaggio di errore di accesso al sito di Fanpage.it, dove l’articolo originale era stato pubblicato. Il messaggio recita: "Access Denied. You don’t have permission to access ‘http://www.fanpage.it/roma/il-caso-del-prete-di-viterbo-che-vende-assoluzioni-e-confessioni-per-50-euro/‘ on this server. Reference #18.556fdd58.1744451943.8723" e rimanda a un link di errore: https://errors.edgesuite.net/18.556fdd58.1744451943.8723.
La reazione del pubblico è stata immediata e variegata. Alcuni utenti hanno commentato con ironia, chiedendosi se fosse possibile acquistare pacchetti famiglia o sconti per le festività, mentre altri hanno espresso un’indignazione più seria, sottolineando come la sacralità dei sacramenti non possa essere ridotta a una transazione commerciale.
La Chiesa locale non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito, ma la vicenda continua a suscitare dibattito, con molti che si chiedono quali saranno le conseguenze per il prete coinvolto e se questo episodio possa portare a una riflessione più ampia sulle pratiche religiose e la loro gestione.
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