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Pirata della strada che investì e uccise Mario Costantini identificato: si tratta di una 42enne.

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Pirata della strada che investì e uccise Mario Costantini identificato: si tratta di una 42enne.

La donna coinvolta nell’incidente mortale a Vetralla è stata identificata dai carabinieri grazie a immagini fornite da un cittadino. L’incidente, avvenuto il pomeriggio del 27 novembre, ha visto il 78enne Mario Costantini investito mentre attraversava la strada. A seguito dell’impatto, Costantini è stato lasciato agonizzante in strada.

La conducente, una 42enne della zona che al momento del sinistro guidava un furgone per le consegne, è stata convocata per un interrogatorio dall’autorità giudiziaria. Potrebbe affrontare non solo l’accusa di omicidio stradale, ma anche di omissione di soccorso.

Dinamica dell’incidente

L’incidente si è verificato alle 17, quando alcuni passanti hanno allertato i soccorsi dopo aver assistito all’investimento. L’anziano, gravemente ferito, è stato lasciato a terra mentre la conducente del furgone si è data alla fuga. Nonostante i tempestivi interventi degli operatori del 118, Costantini è deceduto poco dopo.

Indagini in corso

Le indagini affidate ai carabinieri hanno portato al sequestro delle immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona, ma inizialmente non erano sufficienti per identificare l’autore dell’incidente. Grazie alle dichiarazioni di testimoni, un cittadino ha fornito riprese video cruciali che hanno permesso ai militari di determinare la tipologia del veicolo coinvolto. Attraverso l’incrocio dei dati GPS e le registrazioni video, sono riusciti a risalire alla donna alla guida del furgone.

Un esempio di investigazione efficace

“I risultati ottenuti dalla Stazione dei Carabinieri di Vetralla – affermano i militari in una nota – rappresentano un chiaro esempio di come la conoscenza del territorio, delle dinamiche locali e il dialogo con la comunità, uniti all’intuizione investigativa e alle moderne tecnologie, rendano possibile il perseguimento dei reati di tale gravità con maggiore efficacia.”

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Roma: blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina, chiuse due tavole calde

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Roma: blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina, chiuse due tavole calde

Access Denied: A Roma chiusura di due tavole calde dopo l’invasione di blatte e topi. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina hanno scatenato l’intervento delle autorità. #Roma #Sanità #Cronaca

A Roma, due tavole calde sono state costrette alla chiusura a seguito di un’invasione di blatte e topi. Le condizioni igieniche erano talmente precarie che le autorità non hanno avuto altra scelta se non quella di intervenire immediatamente. La scoperta di blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina ha suscitato un’ondata di indignazione tra i cittadini.

Situazione Igienica Allarmante

Le ispezioni hanno rivelato una situazione igienica allarmante, con la presenza di blatte e topi che hanno infestato gli spazi dove vengono preparati i cibi. Questo ha sollevato seri interrogativi sulla sicurezza alimentare e sulla salute pubblica.

Reazione dei Cittadini

I cittadini romani, già stressati dalle numerose problematiche urbane, hanno reagito con rabbia e delusione. In molti si chiedono come sia possibile che tali condizioni siano state permesse di esistere fino a questo punto. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina è una frase che ha fatto il giro dei social, diventando virale e alimentando il dibattito sulla gestione della sanità pubblica.

Intervento delle Autorità

Le autorità hanno immediatamente chiuso i locali coinvolti, ma la questione non si ferma qui. Ora si pone l’interrogativo su come prevenire futuri episodi simili e se ci sia stata una qualche negligenza da parte degli enti preposti al controllo. La situazione richiede un’azione decisa e trasparente per garantire che la sicurezza alimentare non venga mai più compromessa in questo modo.

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Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro scatena polemiche religiose

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Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro scatena polemiche religiose

Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro ha scatenato un putiferio sui social, con commenti che vanno dal sarcastico all’indignato. #Chiesa #Viterbo #Corruzione

Un recente scandalo ha colpito la comunità di Viterbo, dove un prete è stato accusato di vendere “assoluzioni e confessioni per 50 euro”. La notizia, che ha rapidamente fatto il giro del web, ha sollevato un vespaio di polemiche e discussioni, mettendo in luce una pratica che molti considerano non solo eticamente discutibile, ma anche profondamente contraria ai principi della Chiesa Cattolica.

L’immagine che accompagna l’articolo mostra un messaggio di errore di accesso al sito di Fanpage.it, dove l’articolo originale era stato pubblicato. Il messaggio recita: "Access Denied. You don’t have permission to access ‘http://www.fanpage.it/roma/il-caso-del-prete-di-viterbo-che-vende-assoluzioni-e-confessioni-per-50-euro/‘ on this server. Reference #18.556fdd58.1744451943.8723" e rimanda a un link di errore: https://errors.edgesuite.net/18.556fdd58.1744451943.8723.

La reazione del pubblico è stata immediata e variegata. Alcuni utenti hanno commentato con ironia, chiedendosi se fosse possibile acquistare pacchetti famiglia o sconti per le festività, mentre altri hanno espresso un’indignazione più seria, sottolineando come la sacralità dei sacramenti non possa essere ridotta a una transazione commerciale.

La Chiesa locale non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito, ma la vicenda continua a suscitare dibattito, con molti che si chiedono quali saranno le conseguenze per il prete coinvolto e se questo episodio possa portare a una riflessione più ampia sulle pratiche religiose e la loro gestione.

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