Cronaca
Lavoro di restauro: acciaio e copertura nel dossier dedicato

Dopo 12 giorni dal deposito del dossier Flaminio in Campidoglio, emergono primi dettagli sul progetto della Ss Lazio, riguardante la trasformazione dell’impianto progettato da Pier Luigi Nervi negli anni ’60. Se il progetto avanzasse, si prospetta una radicale trasformazione della vocazione calcistica dello stadio.
DUE STADI IN UNO
Il piano presentato dai biancocelesti differisce significativamente da quello proposto dal gruppo che comprende la Roma Nuoto, il quale riserva solo 7.500 posti al calcio, con spazi maggiori per altri sport. La proposta della Lazio prevede la realizzazione di due stadi in uno: lo stadio originale in cemento armato, e un secondo stadio sospeso in acciaio, che fungerà da grande anello di copertura. Questo concetto si ispira agli ampliamenti storici di San Siro a Milano.
IL FRANCHI
Gli architetti del progetto, Archea Associati di Firenze, hanno esperienza nella progettazione di stadi, tra cui quello di Tirana e la Dacia Arena. Analizzando l’altro stadio di Nervi, il Franchi, sono scaturite idee di ampliamento che Lotito ha descritto: «è come se Nervi stesso progettasse da sé l’ampliamento del Flaminio». Il progetto prevede il restauro e la riqualificazione dell’anello originale, colmando le problematiche strutturali causate dall’età e dall’assenza di manutenzione.
QUOTIDIANITÀ E SICUREZZA
Un aspetto innovativo del progetto è l’uso quotidiano dello stadio, con la creazione di spazi come ristoranti, negozi e palestre, che arricchiranno la vita del quartiere. Durante la presentazione, Lotito ha suggerito l’introduzione di una Ztl per migliorare la gestione del traffico nei giorni di partita, rendendo il nuovo stadio accessibile solo con mezzi pubblici. Le recinzioni dell’impianto saranno progettate in modo da garantire la sicurezza, ispirandosi a quelle dell’acquario di Genova, con accesso solo attraverso tornelli e aree di prefiltraggio nelle giornate di evento.
Cronaca
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Cronaca
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La Devozione Profonda per la Città Eterna
Papa Francesco ha sempre vissuto il suo ruolo di vescovo di Roma con passione, immerso tra i fedeli e gli ultimi. Prima di diventare Pontefice, la sua parrocchia era quella di San Roberto Bellarmino nel quartiere Parioli. Subito dopo l’elezione nel 2013, ha scelto la Basilica di Santa Maria Maggiore come suo rifugio spirituale, dove pregava di fronte all’icona della Madonna Salus populi romani, simbolo della devozione romana.
Momenti Iconici durante le Crisi
Non tutti sanno che, in piena pandemia Covid, Papa Francesco ha compiuto gesti che hanno catturato l’attenzione globale. Il 15 marzo 2020, si è recato a Santa Maria Maggiore per implorare la fine dell’epidemia. Pochi giorni dopo, l’icona è stata portata in una Piazza San Pietro deserta, proprio nel giorno del picco di morti in Italia. Da quel momento, i contagi hanno iniziato a diminuire. E chi poteva immaginare che, durante il lockdown, il Papa camminasse per le strade vuote di Roma fino alla Basilica di San Marcellino per pregare un antico crocifisso, sperando di fermare la “Grande peste” moderna?Un Focus sulle Periferie e sui Poveri
Papa Francesco ha sempre predicato una Chiesa “in uscita”, e le sue visite alle parrocchie romane ne sono la prova. Ha ripristinato la tradizione delle visite domenicali, raggiungendo luoghi come Labaro e Don Bosco. In una delle sue prime uscite, nel 2013, alla parrocchia dei Santi Elisabetta e Zaccaria, ha ribadito: “Il Papa è il vescovo di Roma e deve esserlo ogni giorno”. Durante una messa nella chiesa di San Pier Damiani, ha emozionato i fedeli definendo i poveri “il tesoro della Chiesa”, richiamando la storia di San Lorenzo. Negli ultimi anni, ha lanciato appelli contro le disuguaglianze, vedendo Roma come un esempio per il mondo.
Incontri con le Istituzioni e la Società
Tre volte il Papa è salito al Campidoglio, con discorsi che hanno fatto storia, come quello in Aula Giulio Cesare sul Giubileo e lo spirito di accoglienza di Roma. Ma non solo: ha visitato realtà sociali come la Fondazione Roma e mostre d’arte, come quella di Chagall al Museo del Corso. Un’immagine indimenticabile lo ritrae su una terrazza romana, in sedia a rotelle accanto a Emma Bonino, in un incontro intimo come quelli di un semplice sacerdote. Come vescovo tra i vescovi, le sue azioni continuano a ispirare curiosità e dibattito.
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