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Genitori chiamati dai vigili urbani di Roma dopo che i minori hanno bevuto alcol in strada. Multa di 160 euro.

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Genitori chiamati dai vigili urbani di Roma dopo che i minori hanno bevuto alcol in strada. Multa di 160 euro.

Quattro ragazzi minorenni sono stati sorpresi a bere in strada dai vigili urbani che, come da prassi, hanno chiamato i genitori e consegnato a loro il verbale con la multa. Sono oltre 700 gli illeciti accertati nel fine settimana appena passato dalla Polizia Locale di Roma Capitale. Gli agenti hanno controllato prevalentemente le zone del centro storico e quelle più frequentate dai giovani la sera, come San Lorenzo, Pigneto, Monti, Ponti Milvio e Trastevere. Sono circa cento le multe elevate non solo a esercizi commerciali che non sono stati trovati in regola con la normativa vigente, ma anche a persone trovate a bere in strada dopo le 23. La zona più colpita, ma anche una di quelle più frequentate la sera, è stata proprio Trastevere. Tra i ragazzi multati per essere trovati a bere dopo le 23 di sera lungo la strada, anche quattro minorenni. Qui, come da prassi, sono stati chiamati i genitori: ed è a loro che è stato fatto il verbale di 160 euro per violazione dell’articolo 28 del regolamento di polizia urbana, che stabilisce il divieto “nelle strade pubbliche o aperte al pubblico transito e nelle aree verdi non recintate”, riguardo il “consumo di bevande alcoliche e superalcoliche in ogni genere di contenitore”. Il divieto vale dalle 23 alle 7 del mattino e riguarda non solo gli alcolici, ma anche le bevande consumate in bottiglie di vetro. Oltre a loro, sono stati sanzionati anche una decina di minimarket trovati aperti oltre l’orario consentito, oltre a diversi locali per “occupazioni abusive di suolo pubblico, insegne non autorizzate e conferimento dei rifiuti non a norma”. Sono invece un migliaio i…

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Roma: blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina, chiuse due tavole calde

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Roma: blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina, chiuse due tavole calde

Access Denied: A Roma chiusura di due tavole calde dopo l’invasione di blatte e topi. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina hanno scatenato l’intervento delle autorità. #Roma #Sanità #Cronaca

A Roma, due tavole calde sono state costrette alla chiusura a seguito di un’invasione di blatte e topi. Le condizioni igieniche erano talmente precarie che le autorità non hanno avuto altra scelta se non quella di intervenire immediatamente. La scoperta di blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina ha suscitato un’ondata di indignazione tra i cittadini.

Situazione Igienica Allarmante

Le ispezioni hanno rivelato una situazione igienica allarmante, con la presenza di blatte e topi che hanno infestato gli spazi dove vengono preparati i cibi. Questo ha sollevato seri interrogativi sulla sicurezza alimentare e sulla salute pubblica.

Reazione dei Cittadini

I cittadini romani, già stressati dalle numerose problematiche urbane, hanno reagito con rabbia e delusione. In molti si chiedono come sia possibile che tali condizioni siano state permesse di esistere fino a questo punto. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina è una frase che ha fatto il giro dei social, diventando virale e alimentando il dibattito sulla gestione della sanità pubblica.

Intervento delle Autorità

Le autorità hanno immediatamente chiuso i locali coinvolti, ma la questione non si ferma qui. Ora si pone l’interrogativo su come prevenire futuri episodi simili e se ci sia stata una qualche negligenza da parte degli enti preposti al controllo. La situazione richiede un’azione decisa e trasparente per garantire che la sicurezza alimentare non venga mai più compromessa in questo modo.

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Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro scatena polemiche religiose

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Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro scatena polemiche religiose

Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro ha scatenato un putiferio sui social, con commenti che vanno dal sarcastico all’indignato. #Chiesa #Viterbo #Corruzione

Un recente scandalo ha colpito la comunità di Viterbo, dove un prete è stato accusato di vendere “assoluzioni e confessioni per 50 euro”. La notizia, che ha rapidamente fatto il giro del web, ha sollevato un vespaio di polemiche e discussioni, mettendo in luce una pratica che molti considerano non solo eticamente discutibile, ma anche profondamente contraria ai principi della Chiesa Cattolica.

L’immagine che accompagna l’articolo mostra un messaggio di errore di accesso al sito di Fanpage.it, dove l’articolo originale era stato pubblicato. Il messaggio recita: "Access Denied. You don’t have permission to access ‘http://www.fanpage.it/roma/il-caso-del-prete-di-viterbo-che-vende-assoluzioni-e-confessioni-per-50-euro/‘ on this server. Reference #18.556fdd58.1744451943.8723" e rimanda a un link di errore: https://errors.edgesuite.net/18.556fdd58.1744451943.8723.

La reazione del pubblico è stata immediata e variegata. Alcuni utenti hanno commentato con ironia, chiedendosi se fosse possibile acquistare pacchetti famiglia o sconti per le festività, mentre altri hanno espresso un’indignazione più seria, sottolineando come la sacralità dei sacramenti non possa essere ridotta a una transazione commerciale.

La Chiesa locale non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito, ma la vicenda continua a suscitare dibattito, con molti che si chiedono quali saranno le conseguenze per il prete coinvolto e se questo episodio possa portare a una riflessione più ampia sulle pratiche religiose e la loro gestione.

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