Cronaca
Furto di 150mila euro realizzato grazie alle impalcature

Un furto avvenuto in un appartamento nel centro di Roma ha fruttato ai ladri un bottino ingente. La vittima è il dottore Andrea M., rientrato dalle vacanze solo ieri per scoprire che “i soliti ignoti” erano penetrati nella sua abitazione, rubando gioielli e orologi per un valore superiore ai centocinquantamila euro. L’incidente è avvenuto in via Giandomenico Romagnosi, a poca distanza da piazza del Popolo, dove i ladri hanno approfittato delle impalcature per accedere facilmente all’appartamento.
LA RICOSTRUZIONE
Dalla prima analisi degli investigatori, si è ipotizzato che i ladri potrebbero non essere esperti. Nonostante la presenza di una cassaforte, non sono riusciti a forzarla, portando via gli oggetti di valore presenti in casa. Tra i beni rubati ci sono gioielli e una collezione di otto orologi di marche svizzere. La polizia scientifica ha confermato che, utilizzando le impalcature, i ladri sono riusciti a raggiungere una finestra, dalla quale si sono introdotti nell’appartamento, lasciando il vetro infranto.
Le indagini sono ora concentrate sulle immagini delle telecamere di sicurezza, pubbliche e private, dell’area circostante, nel tentativo di identificare i ladri.
I GRUPPI
Le inchieste precedenti hanno rivelato che varie “batterie” di ladri operano in città. In questo caso, si sospetta che possa trattarsi di una banda di nomadi o georgiani. L’operazione si è rivelata relativamente semplice, suggerendo che i responsabili potrebbero non essere professionisti del furto. La polizia, frequentemente, arresta ladri georgiani che introdotti nelle case vuote tendono a colpire per quantità piuttosto che per valore. Le telecamere dei condomini hanno dimostrato di essere un buon deterrente, agevolando le indagini.
Un condomino ha espresso preoccupazione per la sicurezza, affermando: “Non ci sentiamo tranquilli. Queste impalcature hanno già agevolato i ladri.” Le indagini continueranno anche nell’ambito della ricettazione, monitorando i potenziali ricettatori con precedenti penali che potrebbero custodire la refurtiva rubata in via Giandomenico Romagnosi.
Cronaca
Vetture con il fermo abbandonate per strada, arriva una legge per rimuoverle zingari

Finalmente una legge per sgombrare le nostre strade dalle auto fantasma! Ora passa al Senato. Meloni e Pd uniti contro il degrado urbano. #Roma #DecoroUrbano #Politica #Legge #AutoAbbandonate
Rimuovere i veicoli abbandonati nelle strade sarà più facile. Lo prevede una legge passata alla Camera, che ora attende il via libera definitivo da parte del Senato. Sul testo a prima firma Gaetana Russo (FdI) si è trovata un’intesa con le opposizioni – anche il deputato dem Andrea Casu aveva presentato una sua proposta, poi confluita in quella “meloniana” – tanto che la legge è stata votata all’unanimità. La novità principale sta nel fatto che potranno essere rimosse anche le vetture su cui grava un fermo amministrativo, ossia “bloccate” perché utili a pagare un credito. Solo che spesso, rimanendo abbandonate in strada a lungo, sono di fatto senza valore. E così, oltre non poter essere vendute per ripagare il debito, finiscono per occupare un parcheggio e aumentare il degrado.
IL COMMENTO
«Ogni giorno, anche nelle periferie di Roma, ci troviamo di fronte a troppi veicoli fuori uso abbandonati sulle strade – commenta il dem Andrea Casu – che rappresentano anche un rischio per l’ambiente e la sicurezza pubblica». Per Casu, il voto del Parlamento rappresenta «un segnale importante, perché rimuovere queste carcasse senza valore significa restituire spazi pubblici alla cittadinanza e contribuire alla transizione ecologica e sociale». Mentre per la “meloniana” Gaetana Russo questa legge risolve uno stato di incertezza, in quanto «c’era già una circolare dell’Aci che subordinava la rimozione del veicolo a una certificazione del pubblico ufficiale, chiamato ad attestare che il mezzo era troppo vecchio e malandato per essere utile al creditore. Noi prendiamo quel principio di buon senso e gli diamo una veste giuridica, sottraendolo alla discrezionalità e accelerando il procedimento. Poi mettiamo dei paletti, vietando ad esempio ai proprietari i benefici legati alla rottamazione o eliminando la cancellazione in caso di radiazione per esportazione all’estero, dove il mezzo potrebbe essere smontato e venduto a pezzi sul mercato nero. Infine, abbiamo alzato le sanzioni per i centri di demolizione e modificato un decreto ministeriale del 1983, così il costo ricadrà non sui comuni ma sui privati».
Cronaca
Si tratta di atti superati: il declino degli standard etici nella politica moderna

Continuano le segnalazioni sulle pec indirizzate dal Municipio I agli edicolanti del Centro che sono stati giudicati “non compatibili” con le regole, ossia con il codice della strada e il regolamento Cosap. Le lettere inviate ai giornalai passano in rassegna le singole difformità: ad esempio al giornalaio Roberto Gregori di viale Giulio Cesare viene contestato che «la struttura è collocata sullo spartitraffico rialzato con alberature e, quindi, è in contrasto con il Codice della Strada ed il Regolamento Cosap». [“non compatibili” – sembra quasi che le edicole siano degli alieni nella capitale]
IL CONTENUTO
Mentre a Sisay Habtamu Woldegiorgis, proprietario dell’edicola in via XX Settembre, viene detto che la sua edicola «è in contrasto con l’art. 12, comma 3, lett. c del Regolamento Cosap che prevede una distanza di almeno 5 metri dalle chiese». Segue per tutti l_INVito a «presentare al Municipio un progetto di ottimizzazione» entro «30 giorni», con la precisazione che «l’eventuale approvazione del progetto di ottimizzazione (che verrà, poi, eseguito successivamente all’espletamento del bando di gara ed all’assegnazione della nuova concessione) non conferiranno al proponente alcun punteggio ulteriore in sede di bando». [“5 metri dalle chiese” – chissà se Gesù avrebbe approvato]
I COSTI
Di fronte a queste lettere, fonti di Roma Capitale gettano però acqua sul fuoco: in sostanza, la memoria “salva edicole” approvata dalla giunta capitolina giovedì scorso supera questi documenti, che quindi devono ritenersi non più attuali. Una linea di pensiero confermata anche dall’assessore al Commercio del Municipio I, Jacopo Scatà. «Si tratta di lettere precedenti a quell’atto del Campidoglio, dal quale non vogliamo ovviamente discostarci», spiega Scatà al Messaggero, aggiungendo che, in ogni caso, «i lavori di ottimizzazione prospettati dovrebbero essere realizzati dal vincitore della gara dopo il bando Bolkestein e non prima». [“salva edicole” – finalmente qualcuno che si preoccupa di questi eroi urbani] Insomma, la volontà del Municipio del Centro sembra essere quella di adeguarsi alle intenzioni di Roma Capitale, tutelando così i giornalai a rischio nel cuore della Capitale. Mentre i sindacati degli edicolanti continuano a chiedere un tavolo per ragionare insieme sulle possibili soluzioni. #Roma #edicole #burocrazia #politica #viral
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