Cronaca
Raccolta di beni per i senza fissa dimora: luoghi di donazione a Montesacro e in altri quartieri della città

«Il bene è circolare: si riceve al momento del bisogno e si restituisce a chi ne bisogno». Questo è il motto che sostiene l’iniziativa "Amici Fragili", una raccolta di beni organizzata dall’Associazione di volontariato di tassisti “Tutti Taxi per Amore”, con il patrocinio dell’Assessorato alle Politiche sociali e alla salute di Roma Capitale e in collaborazione con 12 Municipi. L’evento mira a raccogliere sacchi a pelo, coperte, abiti invernali e alimenti non deperibili per supportare le organizzazioni che assistono i senzatetto e le famiglie in difficoltà.
Dettagli dell’iniziativa a Roma
A Roma sono stati allestiti complessivamente 61 punti di raccolta in vari quartieri. Per chi non potesse recarsi fisicamente nelle sedi, è previsto il ritiro delle donazioni a domicilio da parte di un tassista dell’associazione. La raccolta avrà luogo dal 7 al 9 gennaio, mentre il 11 gennaio si svolgerà la consegna dei beni raccolti presso l’Assessorato alle Politiche sociali, che saranno successivamente distribuiti dalle associazioni di volontariato.
Nel Municipio III sono coinvolti diversi punti di raccolta: il Csaq Cecchina in via Nomentana 952 (16:00-18:00), il Csaq Largo San Giusto a Largo Monte San Giusto (16:00-18:30), il Csaq Castel Giubileo in via Salaria 1177 (16:00-19:00, il martedì e giovedì dalle 9:30 alle 11:00), il Csaq Aps Montesacro in via Isola Bella 7 (16:00-18:00), il Csaq Aps Petroselli in via Capraia 35 (15:30-19:00) e il Galu Bar in via Franco Sacchetti 141. Per ulteriori informazioni sulle sedi, è possibile consultare il sito qui.
L’importanza della solidarietà
«Una grande mobilitazione – ha spiegato l’Assessora Barbara Funari – che coinvolge anche tantissime case degli anziani e del quartiere (csaq) e altre sedi messe a disposizione, grazie al lavoro degli assessorati al sociale dei 12 Municipi che hanno aderito all’iniziativa e che ringrazio. Questi gesti collettivi di solidarietà, oltre ad offrire un aiuto concreto, contribuiscono anche a sensibilizzare la comunità sull’importanza di prendersi cura delle persone più fragili e a promuovere una cultura di inclusione e responsabilità condivisa».
Il Presidente dell’Associazione Tutti Taxi per Amore-OdV, Marco Salciccia, ha dichiarato: «Abbiamo deciso di promuovere l’iniziativa ‘amici fragili’ come gesto concreto di solidarietà e cura verso chi vive in condizioni di estrema vulnerabilità. In particolare, durante questo periodo di calo delle temperature, le coperte non sono solo un bene utile, ma una necessità vitale che può fare la differenza tra il disagio e la sopravvivenza. Offrire una coperta significa donare anche calore, protezione e un segno tangibile di rispetto per la dignità umana».
Cronaca
La tragedia di Francesca Ianni a Roma: un albero caduto e i ritardi sui pioppi pericolosi

Sconvolgente: A quattro mesi dalla morte di Francesca Ianni sotto un albero fatale, Roma abbatte altri giganti verdi – ma cosa nasconde questa mossa improvvisa? #TragediaNelParco #MisteroAlberi
L’Intervento Inatteso del Comune
A Roma, nel quartiere di Colli Aniene, il Comune ha deciso di abbattere gli alberi dello stesso filare che ha causato la tragica morte di Francesca Ianni, la quarantacinquenne schiacciata da un pioppo crollato nel parco Livio Labor lo scorso 23 dicembre. Amici e familiari sono rimasti sbalorditi da questa azione, che arriva solo ora, lasciando aperte domande inquietanti su come e perché quell’albero sia crollato così facilmente. Fabio Ianni, il fratello della vittima, ha espresso la sua rabbia, chiedendosi se qualcuno avesse ignorato i segnali di pericolo, trasformando una giornata di festa in un incubo perenne.
Le Domande Senza Risposta
Mentre la famiglia attende risposte dall’inchiesta della Procura, le ferite emotive restano aperte. Fabio Ianni si è sfogato, evidenziando come notizie del genere rendano le feste ancora più dolorose, con i nipoti che dovranno convivere per sempre con quelle immagini terrificanti. “È assurdo che il Comune abbia aspettato tanto per agire, quando una semplice ispezione avrebbe potuto salvare vite”, ha dichiarato, puntando il dito su possibili negligenze che hanno stravolto la vita di Francesca e della sua amica Alessia, sopravvissuta per miracolo ma con lesioni permanenti. Eppure, dal Comune non è arrivata alcuna comunicazione ufficiale, alimentando il sospetto che ci sia molto di più da scoprire.Gli Sviluppi dell’Inchiesta
I familiari di Francesca, assistiti dal loro legale, hanno già mosso i primi passi concreti: una richiesta di risarcimento danni e la nomina di un perito per analizzare lo stato dell’albero crollato. Dal Dipartimento Tutela Ambientale, intanto, spiegano che i tre alberi abbattuti presentavano condizioni simili, giustificando l’intervento per motivi di sicurezza pubblica. Ma queste precisazioni non placano i dubbi della famiglia, determinata a svelare la verità su cosa abbia davvero causato quella tragedia. Francesca, una donna coraggiosa e legata alla sua Roma, meritava di più, e ora tutti si chiedono se altre vite siano a rischio in quel parco dimenticato.
Cronaca
Le bombe sociali: la mappa dell’emergenza

RomaInFiamme La Città Eterna sta diventando una vera polveriera con occupazioni abusive e incendi che terrorizzano i residenti onesti!
Le occupazioni abusive dilagano
Roma è un campo minato di edifici occupati e insediamenti abusivi, nonostante gli sgomberi quotidiani ordinati dalla Prefettura e la linea dura del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Queste “bombe sociali” non accennano a sparire, con attenzione costante su occupazioni storiche e accampamenti improvvisati. Entro fine anno, il Comune chiuderà gli acquisti di tre immobili per provare a risolvere il caos, ma chissà se basterà a fermare questo circo.
I siti a rischio incendio
Dopo il mega-incendio che ha devastato Monte Mario l’estate scorsa, partito da una favela abusiva, ogni quartiere ha dovuto elencare le zone più pericolose. Luoghi come San Lorenzo, Ponte Mammolo e via Newton sono stati sgomberati, ma i problemi riaffiorano come erbacce. A via Newton, per esempio, gli abusivi sono tornati sotto i viadotti, bruciando di tutto – ferro, rame, pneumatici – rendendo l’aria irrespirabile. È come rivivere l’incendio del 2021 al Ponte di Ferro, che ha messo ko la struttura per anni. Questi accampamenti non sono solo un fastidio, sono una minaccia pubblica che nessuno sembra voler estirpare del tutto.Gli spostamenti e le lamentele dei residenti
Prendete l’ex Hotel Cinecittà: sgomberato con gran dispiegamento di forze, ma i sudamericani si sono spostati in altri alberghi abbandonati, per poi tornare e occupare le case vicine. Ora, il quartiere è un inferno di liti, schiamazzi e minacce, con residenti esasperati che parlano di veri e propri clan stile Casamonica. Come dice una residente, “Siamo in una polveriera”, e il nuovo decreto sicurezza potrebbe aiutare, ma solo se qualcuno vigila sul serio. Altrimenti, è solo un gioco dell’oca per questi occupanti seriali.
I clan dietro le occupazioni
Non è un caso che gli inquirenti stiano indagando sui gruppi sudamericani che gestiscono il racket delle occupazioni, forse al posto dei soliti clan romani. Luoghi come l’ex scuola 8 Marzo, occupata dal 2001, sono ridotti a ruderi fatiscenti con oltre 400 “inquilini” abusivi. E non finisce qui: i clan hanno messo le mani su centinaia di appartamenti in zone come Magliana, Don Bosco e San Basilio. È un business sporco che sta cambiando la faccia della città, e i romani pagano il prezzo.
La crisi abitativa esplode
Intanto, la carenza di alloggi a Roma è fuori controllo, con 18.608 nuclei familiari in lista d’attesa a giugno 2024. Invece di occupazioni illegali, si parla di soluzioni “innovative”, come acquistare immobili in via Prenestina, via Lucio Calpurnio Bibulo e via Gian Maria Volontè per l’emergenza abitativa. Ma con trattative in corso, chissà se arriveranno in tempo per evitare che la situazione degeneri ulteriormente. Roma non può permettersi di essere ostaggio di questi parassiti urbani.
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