Cronaca
Il vigilante ha ucciso senza pentimento

L’omicidio di Antonio Ciurciumel, 24 anni, da parte di una guardia giurata ha suscitato dolore e rabbia nella madre Elena Lefter. L’episodio è avvenuto il 6 febbraio in un residence lungo la via Cassia, dove Ciurciumel era stato sorpreso a rubare. Il vigilante, Antonio Micarelli, ha aperto il fuoco colpendo il giovane alla testa. Recentemente, Micarelli è stato arrestato e accusato di omicidio, con le indagini che si sono avvalse di immagini di telecamere.
La reazione della famiglia
Elena Lefter ha espresso la sua reazione all’arresto: «Dal momento in cui mio figlio è morto, ho chiesto giustizia e l’arresto è il primo passo. Nessuno può riportarlo indietro però possiamo lottare per i suoi figli, affinché ci sia giustizia». La famiglia vive un momento difficile, con la compagna di Antonio e i suoi due figli che continuano a cercarlo, credendo che possa tornare. «E invece il nostro Anton non c’è più, ce l’hanno ammazzato come un cane», ha aggiunto.
L’atteggiamento del vigilante
Elena ha poi commentato l’atteggiamento di Micarelli, che non ha mostrato pentimento. «Due giorni fa lo hanno incontrato al bar, era insieme agli amici. Rideva, scherzava mentre beveva il caffè con mio figlio morto in una tomba». Ha chiesto di far emergere la verità durante il processo, chiedendosi perché il vigilante non abbia chiamato i soccorsi dopo aver sparato.
Riflessioni su Antonio
Nonostante il comportamento illecito di suo figlio quella sera, Elena ha descritto Antonio come «un bravo ragazzo, un bravo papà». Ha affermato che «non lo giustifico, ma aveva una famiglia da mantenere e non meritava di morire così». Le parole della madre riflettono una profonda richiesta di giustizia e verità in un caso che ha scosso la comunità.
Cronaca
Festa della polizia, mille bambini scoprono la radio della sala operativa mobile

Sabato scorso, oltre mille persone hanno invaso lo stand del Servizio di controllo del territorio in piazza del Popolo per il 173esimo anniversario della polizia di Stato. È stato un vero e proprio spettacolo, quasi come una fiera del “Grande Fratello” versione poliziesca, con famiglie in fila per vedere come funzionano le operazioni di soccorso. #Polizia #GrandeFratello #Roma
L’invasione della curiosità
Bambini e genitori hanno formato una coda impressionante fuori dalla Sala operativa mobile della questura di Roma, tutti desiderosi di spiare “da vicino come viene gestita ogni singola chiamata di soccorso” (sì, proprio come una serie TV, ma senza la pausa pubblicitaria).
La tecnologia tra le mani dei più piccoli
L’agente Rita Sivo, con un sorriso che farebbe invidia a una star di Hollywood, ha mostrato ai bambini una vera e propria centrale operativa. Monitor che tracciano le volanti, la posizione delle celle telefoniche e persino la geolocalizzazione dei cellulari tramite l’Id. Ecco il commento della nostra “protagonista”: “Sorride l’agente Rita Sivo mentre, insieme con i colleghi, mostra ai bambini i monitor”. Insomma, un po’ come giocare a nascondino con la tecnologia, ma con meno divertimento e più serietà.
Selfie e gadget futuristici
La giornata si è trasformata in una vera e propria fiera tecnologica, con selfie e foto ricordo che fioccavano come neve a dicembre. Agli agenti, sempre pronti a stupire, “mostrano al pubblico i droni” e altri gadget futuristici come le bodycam e i gilet tattici, in fase di sperimentazione. Presto, questi strumenti entreranno a far parte della dotazione standard dei poliziotti in tutta Italia, trasformandoli in veri e propri agenti del futuro.
Cronaca
Picchiata e stuprata dal marito, registra le violenze e lo fa arrestare

Donna di 33 anni di Palermo arresta il marito violento grazie a registrazioni. L’episodio di violenza sessuale è l’ultimo di una lunga serie, ma la vittima ha scelto di restare a casa. #ViolenzaDomestica #Giustizia #Roma
Picchiata, minacciata e violentata dal marito. Una donna di 33 anni, originaria di Palermo, è riuscita a far arrestare il marito che la maltrattava anche alla presenza dei figlioletti di 5 e sette anni. “Non ci sono più parole per descrivere questa barbarie”, ha commentato un vicino.
L’ultimo episodio lo scorso 7 aprile, quando è stata costretta dall’uomo ad avere rapporti sessuali contro sua volontà. Ma la giovane ha registrato le minacce e le violenze facendo così scattare l’intervento dei carabinieri che hanno arrestato, in flagranza differita, il trentacinquenne romano, con precedenti, accusato di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale. “Finalmente giustizia”, ha detto un amico di famiglia.
La 33enne ha anche riferito ai militari di non aver mai presentato querela o richiesto intervento alle forze dell’ordine o fatto ricorso a cure mediche, e ha rifiutato il collocamento in una struttura protetta, decidendo di restare assieme ai figli nel suo appartamento a Villaggio Falcone, alla periferia est di Roma. Il marito è stato portato a Regina Coeli. “È una scelta coraggiosa, ma rischiosa”, ha detto un esperto di violenza domestica.
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