Cronaca
Giustizia per Wissem, i genitori al processo: “Nostro figlio legato al letto, ha avuto una fine orrenda”

"Mio figlio era sano, è partito sano e poi mi hanno telefonato per dirmi che è morto perché era ammalato. Morto legato in un letto come nemmeno un animale." La drammatica testimonianza di Kamal e Henda, genitori di Wissem Ben Abdel Latif, continua a scuotere le coscienze. Il 9 aprile è un giorno segnato in rosso per i genitori che, in cerca di verità e giustizia, parteciperanno all’udienza preliminare del processo che vede un infermiere rispondere di omicidio colposo e falso in atto pubblico. Ma la storia di Wissem è molto più di un semplice processo: è un grido di dolore e di denuncia contro un sistema che ha fallito.
In questi quattro anni, la lotta dei genitori di Wissem ha trovato sostegno in un numero crescente di associazioni attive nella difesa dei diritti umani. "La morte di Wissem è un caso di malasanità psichiatrica e una condanna a morte per chi cerca asilo in Italia," afferma uno dei membri del Comitato Verità e Giustizia per Wissem. La vicenda è emblematicamente rappresentativa di un sistema che ha tradito l’umanità e la dignità dei richiedenti asilo, rinchiudendo i più vulnerabili in un regime di contenzione e indifferenza.
Il calvario di Wissem
La storia di Wissem inizia il 2 ottobre 2021, quando arriva in Italia dopo uno sbarco a Lampedusa. Inizialmente, viene certificato sano da una equipe della Croce Rossa, ma tutto cambia quando, a soli dieci giorni dal suo arrivo, viene trasferito al Centro di Rimpatrio di Ponte Galeria. Lì, una singola seduta con una psicologa porta a una diagnosi di disturbi psichici e a un trattamento farmacologico pesante; un inizio di calvario che ha portato alla sua prematura morte.
Dal 23 al 25 novembre, Wissem è ricoverato all’ospedale Grassi di Ostia, per poi essere spostato al San Camillo di Roma, dove il 28 novembre muore. Per oltre 100 ore, il giovane è stato legato al letto, pur essendo stato pesantemente sedato e senza mai aver potuto comunicare i suoi desideri o dare il consenso al trattamento.
Una giustizia in salita
Il processo del Tribunale di Roma potrebbe illuminare la catena di responsabilità e le colpe dietro questo tragico destino. "È fondamentale ricostruire la verità, perché giustizia e verità sono inseparabili," dichiara l’avvocato Francesco Romeo, il quale assisterà i genitori nel loro disperato tentativo di trovare risposta a un dramma che ha segnato non solo la loro vita, ma anche l’intera società.
Nel tentativo di sostenere le spese legali e le necessità legate all’accoglienza in Italia, è stato istituito un conto corrente per raccogliere fondi, perché in questa battaglia per la giustizia di Wissem, ogni aiuto può fare la differenza.
Cronaca
Derby Lazio Roma, gruppi gemellati in arrivo: nuovo allarme scontri tra tifoserie

Incredibile a Roma! Si teme che le frazioni dei tifosi si fronteggino lontano dallo stadio, troppo controllato dalla polizia. #Roma #Tifosi #CaosSquadre
Il Contesto
Si teme che le varie frazioni dei tifosi possano fronteggiarsi in zone lontane dallo stadio perché più controllate dalla polizia.
La Situazione
La preoccupazione è alta: “Si teme che le varie frazioni si possano fronteggiare in zone lontane dallo stadio perché più controllato dalla polizia”. Questa affermazione, che sembra quasi sdrammatizzare la gravità della situazione, sottolinea come i tifosi, spinti dalla passione o forse dalla follia, siano pronti a trovare modi alternativi per dar vita a scontri, evitando le forze dell’ordine.
Controlli e Conseguenze
Con lo stadio sotto stretta sorveglianza, è evidente che la polizia stia facendo il possibile per mantenere l’ordine. Tuttavia, questa situazione solleva dubbi sulla capacità delle forze dell’ordine di gestire un fenomeno che sembra sfuggire al controllo tradizionale, con tifosi che si muovono come in una partita di scacchi, cercando sempre nuove mosse per eludere la vigilanza.
Cronaca
Perde il controllo dell’auto e finisce contro un albero, morto giovane di 26 anni ubriaco

🚓✨ Tragedia nella notte a Roma: un ragazzo di 26 anni ha perso la vita in un incidente stradale in via della Grande Muraglia. La sua auto si è schiantata contro un albero. La polizia locale indaga, nessun altro veicolo coinvolto. #Roma #Incidente #Tragedia
Le pattuglie del X Gruppo Mare della polizia locale di Roma Capitale sono intervenute in via della Grande Muraglia 338 per i rilievi di un incidente stradale mortale avvenuto intorno a mezzanotte. A perdere la vita un ragazzo di 26 anni a bordo di un’auto che, per cause in corso di accertamento, ha perso il controllo del veicolo scontrandosi contro un albero. I sanitari del 118 intervenuti sul posto, nonostante i tentativi di rianimazione, non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. La vettura è stata posta sotto sequestro e la strada chiusa per il tempo necessario a consentire i rilievi. Al momento non risultano coinvolti altri veicoli.
Indagini in corso
Sono in corso le indagini per ricostruire l’esatta dinamica di quanto avvenuto. La polizia locale di Roma continua a lavorare per capire cosa abbia portato a questa tragica fine. “Un giovane che aveva tutta la vita davanti, ma evidentemente il destino aveva altri piani”, ha commentato un agente sul posto, forse un po’ troppo filosofico per la situazione.
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