Seguici sui Social

Cronaca

La basilica dopo i lavori torna a splendere: accessibilità e 9.000 nuovi alberi, ma chi li paga?

Pubblicato

il

La basilica dopo i lavori torna a splendere: accessibilità e 9.000 nuovi alberi, ma chi li paga?

La Basilica di San Paolo fuori le Mura, l’unica nata e cresciuta sul suo perimetro originario, ha subito un restyling per il Giubileo della Speranza. 9000 nuove piante e un milione di euro spesi per renderla accessibile e vivibile. #SanPaolo #Roma #Giubileo #Restyling

Roma Rinasce: La Basilica di San Paolo Fuori le Mura Brilla Dopo i Lavori da Giubileo, Ma con un Sacco di Ironia Politica

Ah, Roma, la città eterna che sembra sempre in bilico tra gloria antica e cantieri infiniti. Stavolta, il sindaco Roberto Gualtieri ha inaugurato i lavori di rinnovamento alla Basilica di San Paolo fuori le Mura, definendola l’unica basilica nata, cresciuta e rimasta sul suo perimetro originario, con al suo interno la tomba di San Paolo Apostolo. È un po’ come dire che è la nonna indistruttibile della città, ma con un restyling da far invidia a un influencer su Instagram. E mentre Gualtieri cercava di impressionare tutti, ha buttato lì: «Quindi è antichissima». (*Nota: Questa è la tipica frase da politico che prova a sembrare profondo, ma in realtà non dice nulla di più di quanto non sappia già un turista con Google Maps.*)

Il Rinnovamento da Fiaba: Alberi, Pulizia e un Milione di Euro Buttati Lì

Grazie alle celebrazioni del Giubileo della Speranza, questa basilica – che si chiama “fuori le Mura” perché ai tempi dei romani non si poteva seppellire i morti dentro le mura, come se Roma fosse un enorme club esclusivo – ha ricevuto un makeover epico. Immaginate: novemila nuove piante della macchia mediterranea che circondano la chiesa, rendendola un’oasi verde per visitatori e pellegrini. (*Nota: Perché non esagerare e piantare palme per trasformarla in “Miami Beach”? Magari attira più turisti in infradito.*) Il risultato? Un colpo d’occhio notevole, con tracce di epoche diverse – paleocristiane, bizantine, gotiche, rinascimentali – che ora respirano meglio grazie a questi interventi.

I lavori, costati un milione di euro e gestiti dal Dipartimento Lavori Pubblici, hanno incluso pulizia, stuccatura, sigillatura e persino la sostituzione di lastre rovinate. Risultato: diciottomila metri quadrati di aree verdi e pavimentazione in travertino ripuliti, eliminando dislivelli e barriere architettoniche su via Ostiense e all’incrocio con viale Giustiniano Imperatore. Ora, i pellegrini possono muoversi in sicurezza, e le sedute in peperino – precedentemente danneggiate – sono state riparate. Ah, e via Ostiense è stata riasfaltata da Anas, perché nulla dice “Giubileo” come una strada liscia. (*Nota: Un milione di euro per far sembrare Roma più pulita – chissà se basterà per il prossimo evento internazionale, o se finirà come al solito sotto uno strato di polvere?*)

L’Inclusione a Roma: Un Parco per Tutti, Ma Attenti ai Piccioni

E non è finita qui: arriva il Parco universale dell’Inclusione, dedicato a Ildenfonso Schuster, con una nuova area ludica più grande e accessibile per persone con disabilità sensoriale, motoria, intellettiva o fisica. Il minisindaco Amedeo Ciaccheri è tutto entusiasta, e Gualtieri ha annunciato: «A giugno ci sarà l’ultimo step con la consegna del nuovo playground didattico, pensato e realizzato dall’Università Roma Tre e dalla Fondazione Tetrabondi». (*Nota: Finalmente un parco inclusivo – speriamo solo che non diventi il solito ritrovo per piccioni e vandali, perché a Roma l’inclusione include anche loro.*)

Poi c’è l’Asse del Pellegrino, un camminamento che collega via Ostiense alla basilica, con punti informazioni, bagni e spazi per eventi. È come una passerella per i fedeli stanchi, ideale per riposare o magari scattare foto. (*Nota: Chissà se questo Asse del Pellegrino diventerà la nuova passerella per influencer in cerca di like, tipo “Io e San Paolo, un selfie santo”.*)

Il Lavoro di Squadra: Politici, Soldi Pubblici e Speranze di Efficienza

Gualtieri ha elogiato il “lavoro corale” tra vari enti – Società Giubileo, Dipartimento Lavori Pubblici, Anas, Dipartimento Ambiente, Municipio VIII e persino Terna, che ha ricoperto quattromila metri quadrati con graniglia permeabile. Tutto coordinato da Roma Capitale e dalla struttura commissariale. (*Nota: Un bel lavoro di squadra, ma pagato con i soldi dei contribuenti – speriamo che sia un modello di efficienza e non solo un’altra scusa per spendere senza ritegno.*) Come ha detto Gualtieri due giorni fa, questi sforzi hanno permesso «a Roma di fare Roma», celebrando uno spirito civico trasversale. Insomma, un inno alla collaborazione, anche se con un occhio al cronoprogramma che, guarda caso, è stato rispettato in anticipo.

Questa notizia sta già facendo il giro dei social: Roma che si dà una ripulita per il Giubileo, con un tocco di sarcasmo politico che potrebbe far discutere. Chissà se diventerà virale per i lavori o per le nostre note irriverenti? Stay tuned, perché a Roma, nulla è mai solo sacro.

Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cronaca

Olimpico, il big match delle curve: si sfidano le coreografie clandestine

Pubblicato

il

Olimpico, il big match delle curve: si sfidano le coreografie clandestine

“Una partita nella partita quella che storicamente le due tifoserie si contendono per il migliore spettacolo sugli spalti” #tifo #derby #spettacolo Anche quest’anno, il derby tra Roma e Lazio non è solo una questione di pallone, ma una vera e propria guerra di decibel e coreografie tra le due tifoserie. Da una parte i romanisti, con il loro “Forza Roma!”, dall’altra i laziali con il loro “Vola Lazio!”, entrambe le curve pronte a dimostrare chi è il vero re dello stadio.

La Battaglia delle Coreografie

Non si tratta solo di cantare, ma di creare spettacoli visivi che lascino il segno. La frase “Una partita nella partita” non è mai stata così vera, con entrambe le tifoserie che investono tempo e denaro per preparare coreografie mozzafiato.

Il Volume della Passione

Il volume delle urla e dei cori è direttamente proporzionale alla passione dei tifosi. “Forza Roma!” e “Vola Lazio!” rimbombano nello stadio, con i decibel che salgono alle stelle, cercando di sovrastare il rumore dell’avversario.

La Sfida Continua

Questa rivalità non si esaurisce mai. Ogni incontro è un’occasione per dimostrare chi è il più appassionato, chi sa fare più rumore e chi riesce a mettere in scena la coreografia più impressionante. La partita sul campo è solo un contorno rispetto a questa sfida senza fine tra le due tifoserie.

Continua a leggere

Cronaca

Lazio-Roma, da “Ti amo” a “C/mon guys” il big match delle curve: si sfidano le coreografie segrete

Pubblicato

il

Lazio-Roma, da “Ti amo” a “C/mon guys” il big match delle curve: si sfidano le coreografie segrete

Che si tratti di un telone da srotolare sulle teste dei tifosi o di diecimila cartoncini da issare in aria per comporre una scritta, è nel frangente di un attimo che si vince il derby del tifo. Le squadre entrano in campo, i ragazzi in balaustra lanciano il segnale: in un secondo il lavoro e la fatica di decine di romanisti e laziali si materializza in un unico grande spettacolo: «Ti amo» (il romanticismo del tifo che fa discutere), «C’ mon Guys» (l’inglese che invade anche gli stadi italiani, chissà cosa ne pensa la Crusca), «C’è solo l’As Roma» (esclusivismo che fa storcere il naso ai laziali), «100/100 Lazio» (perché la matematica non è mai stata così appassionante). #Derby #Tifo #Coreografie #Roma #Lazio

Olimpico, il big match delle curve: si sfidano le coreografie segrete

Dagli anni ’70 a oggi le due curve si sono esibite in centinaia di coreografie belle da togliere il fiato. Una partita nella partita che nessun tifoso vorrebbe mai perdere, al pari del match vero e proprio. La disputa inizia nelle settimane precedenti con le prime riunioni dedicate alla ricerca dell’idea migliore. Passa per le collette di autofinanziamento, prima di tradursi in una maratona di lavoro nei capannoni fuori città.

La parola d’ordine per vincere il derby del tifo è sempre stata “segretezza”. «Meno gente ci lavora, meglio è», spiega un vecchio tifoso della Roma, tra gli autori dello spettacolo che animò la Sud nel derby del 27 novembre 1994 (segretezza che fa sembrare la CIA un gioco da ragazzi). Non appena Giannini e Signori fecero il loro ingresso in campo la curva fu ricoperta da seimila cartoncini color rosso e arancio a incorniciare 10 strisce di stoffa, lunghe 40 metri e larghe 28 ciascuna, che componevano lo stemma societario.

«Una striscia saliva dal basso e l altra scendeva dall’alto simultaneamente — ricorda — per ogni striscia c’erano tre ragazzi responsabili: due la tenevano e uno la srotolava lungo la curva». In campo uno striscione ammoniva: «C’è solo l’As Roma» (la rivalità che non conosce mezze misure). E quel giorno vinse 3-0, con Carletto Mazzone che a fine partita correva sotto la Sud con i pugni al cielo. Il mister volle abbandonarsi all’abbraccio con la sua gente prima di rilasciare le interviste.

Lo stesso fece Paolo Di Canio il 6 gennaio 2005: segnò sotto la Sud al suo ritorno in biancoceleste e puntò il dito verso i romanisti, in segno di scherno (Lazio-Roma 3-1) (un gesto che ha fatto più rumore di una vittoria). Il capitano della Lazio del resto è cresciuto in curva, da ragazzo occupava i gradoni tra le fila degli Irriducibili, l’ex gruppo leader della tifoseria laziale, sciolto nel 2020 dopo la morte del capo Fabrizio Piscitelli.

Così il 6 ottobre 1991 nacque l’idea di srotolare un enorme telone a coprire la curva: «100/100 Lazio», recitava la scritta corredata da 5mila cartoncini con il nome della squadra.

«Quello spettacolo doveva segnare un cambio di rotta — spiega Antonio “Grinta”, uno dei fondatori del gruppo nato nel 1987 — volevamo dire: durante quei 90 minuti la Lazio viene prima di tutto» (il fanatismo che supera ogni aspettativa). Una scenografia che diede il là al “derby degli stendardi”.

«Fu la prima coreografia del tifo spontaneo — ricorda Antonio — comprammo chilometri di stoffa bianca, blu, celeste: invitammo i tifosi nella vecchia sede di via Bossi e ognuno si fece il suo stendardo. Così la gente partecipò in prima persona alla realizzazione della coreografia». Il 18 aprile 1993 la Nord levò al cielo 7mila drappi biancocelesti.

Occorre attendere il 6 marzo 1994 per osservare il primo telone curato da un giovanissimo Massimo “Disegnello”, l’artista delle scenografie della Nord. «Gli feci vedere il bozzetto — ricorda ancora Antonio — gli chiesi se se la sentisse, mi disse di si». Firmò così uno delle coreografie più amate dai laziali: due braccia che sorreggono una sciarpa biancoceleste e la scritta «C.mon Guys» (un omaggio al britannico Paul Gascoigne, perché il calcio è internazionale anche nei cori). La scritta fu ripresa da un messaggio di Paul Gascoigne, che alla vigilia del derby era andato a salutare i tifosi nella sede in via Bossi.

Hanno fatto storia anche i volti dei giocatori più rappresentativi, «figli di Roma, capitani e bandiere», esposti l’11 gennaio 2015 (Roma-Lazio 2-2).

C’erano bomber Rodolfo Wolk, il capitano Agostino Di Bartolomei. «Ago» era in campo il 23 ottobre 1983, quando dalla Sud si levarono due parole rimaste nella storia del tifo. Perché, per dirla con Tonino Cagnucci, «c’è stato un tempo in cui il popolo è stato al potere e con quel potere ha detto “Ti amo”» (un romanticismo che fa sembrare i tifosi dei poeti).

Oggi è tutto pronto, alle 20.45 occhi puntati sui ragazzi in balaustra. #StadioOlimpico #Passione #CalcioItaliano

Continua a leggere

ARTICOLI PIU'LETTI DELLA SETTIMANA

La Cronaca di Roma è un blog sito web di notizie nazionali.
Il sito e i suoi contenuti sono rilasciati
sotto Licenza Creative Commons eccetto dove specificato diversamente.

Questo sito web non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.
Alcuni contenuti sono generati attraverso una combinazione di una tecnologia proprietaria di IA e la creatività di autori indipendenti.

Le immagini video e contenuti sono liberamente tratti dal web,
per chiedere rimozioni o aggiornamenti contattare la redazione

Per contatti info [@] lacronacadiroma.it

Copyright@2018-2025