Cronaca
Educatrici offendono bambino autistico, procura archivia il caso.

È un mondo impazzito dove i bulli si nascondono dietro emoji da quattro soldi e le scuole fanno finta di niente: una famiglia sta dando battaglia in tribunale contro questi teppistelli digitali, sventolando chat piene di emoticon beffarde e gridando che telecamere ovunque a scuola avrebbero evitato il casino. Ma davvero, chi protegge i ragazzi normali da questi piccoli psicopatici online? #BullismoScolastico #GiustiziaPerLeFamiglie #TelecamereAScuolaSubito #NoAiBulliDigitali (278 caratteri)
La rabbia della famiglia in tribunale
La famiglia non ci sta e ha deciso di portare il caso in aula, accusando la scuola di aver voltato la testa dall’altra parte. “Ci opponiamo con tutte le nostre forze”, hanno dichiarato, mostrando screenshot di conversazioni piene di risate crudeli e faccine che ghignano. È come se i bulli pensassero di essere invincibili, nascosti dietro uno schermo, ma ora la realtà li sta raggiungendo con un bel calcio nel sedere.Le prove che scottano
Nelle chat trapelate, emergono dettagli sconcertanti: emoticon beffarde usate per deridere la vittima, messaggi che sembrano usciti da un film horror per adolescenti. La famiglia sostiene che se ci fossero state telecamere in ogni angolo della scuola, questo schifo non sarebbe mai successo. Ma ammettiamolo, in un’era dove tutti spiano tutti, perché le scuole non installano telecamere come in un reality show? Magari così smetteremmo di fingere che il bullismo sia solo un gioco da ragazzi.
Cronaca
Arriva la serata di gala con i vincitori che si daranno arie

Roma si scatena con un gala teatrale dove i corti italiani, tra dramma e colpi di scena, vincono premi come se fossero in un reality show trash! Chi l’avrebbe detto che il teatro possa essere così politicamente… ehm, diretto? #TeatroItaliano #GalaRoma #CulturaSenzaFiltri
La Serata di Gala: Teatro a Vista e Pubblico in Delirio
Venerdì 18 aprile, al centro culturale Artemia di Roma, va in scena la serata di gala con i corti teatrali che hanno fatto scalpore. Dopo la premiazione del 13 aprile, dove 15 opere da ogni angolo d’Italia hanno dato spettacolo, il pubblico ha assistito a cambi scena e regie in piena vista – roba che fa sembrare i reality TV una passeggiata al parco. La direttrice Paola Canepa è entusiasta: «Siamo orgogliosi del lavoro fatto, ma abbiamo progetti folli in arrivo. Questo festival dà spazio a chi osa con nuove idee drammaturgiche, e gli artisti si confrontano con il pubblico e gli esperti come in una rissa intellettuale».
I Vincitori: Premi per i Coraggiosi
Ecco chi ha portato a casa la gloria in questa giostra teatrale, con un tocco di sarcasmo per chi non ha vinto:
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1° Premio come miglior spettacolo: Ardea. Memorie da un fiume, scritto da Chiara Mirta Buono, Elisa Cardoso, Laura Casali, Lucia Fiorani e Caterina Piotti. Regia di Caterina Piotti, con Elisa Cardoso, Laura Casali, Lucia Fiorani e Caterina Piotti. Un fiume di emozioni, letteralmente!
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2° Premio come miglior spettacolo: Hate Speech, scritto da Giorgia Conigliaro, diretto da Antonio Nicita, con Andrea Stefni e Roberta Loggia. Parla di odio, e chissà se il pubblico se n’è accorto…
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3° Premio come miglior spettacolo: Un’idea, scritto, diretto e interpretato da Susanna Rizzi e Matilda Verole – Bozzello. Un’idea che ha funzionato, evidentemente.
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Miglior testo originale: Hate Speech – perché l’odio vende, no?
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Migliore attrice: Irene Ragnoni per Processori D’Amore. Ha processato cuori a destra e manca.
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Migliore attore: Giovanni Cordì per Doppio Gioco. Doppio gioco, doppio inganno – o solo doppio talento?
- Premi del pubblico: In viaggio con Madonna (scritto e diretto da Bianca Maria Castelli, con un cast al completo); La fermata del 710 (scritto da Lorenzo Bitetti e Gaia Sordoni, regia di Bitetti); e Exito! (scritto e diretto da Francesca Gambini con Paola Casale). Il pubblico ha scelto il pop, il quotidiano e… l’uscita di scena?
Artemia ringrazia la giuria per aver giudicato con passione e professionalità, anche se in teatro, come nella vita, non tutti escono vincitori.
Come Non Perdere lo Spettacolo
Per unirti al caos, prenota al numero 3341598407. Biglietto a 10 euro – un affare, considerando che potresti assistere a un po’ di vera umanità in scena!
Cronaca
Appia Antica: riemerge la testa di un dio barbuto dagli scavi, trovata nelle fondamenta di una chiesa.

Scoperto nel parco dell’Appia Antica un volto di marmo, forse Giove sepolto sotto una montagna di malta – un dio antico che sembra più un politico che si nasconde da uno scandalo! Immaginate: capelli cascanti, barba da hipster romano, ma ricoperto di robaccia che lo fa somigliare a un’opera d’arte vandalizzata dalla burocrazia. Un ritrovamento che grida vendetta contro gli scavi moderni, magari per coprire segreti più succosi. #AntichiScandali #RomaSmarrita #DioInCemento #ViraleAntico
Il Volto Misterioso Emerso dal Passato
Nel cuore del parco dell’Appia Antica, durante scavi che hanno più polvere che gloria, è spuntata una testa di marmo maschile. Probabilmente un dio – si ipotizza Giove, il re degli dei, sempre a fare casino con fulmini e amanti – ma ora è un pasticcio coperto di malta dura come il cemento di un’autostrada. Non è roba da museo, è finita nelle fondamenta della basilica paleocristiana di Santo Stefano, come se i costruttori medievali volessero seppellire i vecchi idoli pagani per fare spazio ai santi. Peccato, perché questa statua del II secolo d.C. meriterebbe di più che finire come riempitivo.
L’Esperto e il Restauro Complicato
Luigi Oliva, l’ex funzionario del parco che ora dirige l’Istituito Centrale per il Restauro, ha preso in mano la situazione. Lui la descrive come un capolavoro: “La lavorazione è di altissimo livello, con scalpelli fini per i capelli”. Ma c’è da ridere: solo un terzo del volto è visibile, il resto è intrappolato in una malta che resiste più di un politico a una interrogazione. Si pensa che la statua venisse da una villa romana lì vicino, ma ora tocca agli esperti dell’Icr a Roma e a Matera fare i miracoli. Lì testeranno come rimuovere quel cemento senza rovinare il pezzo, altrimenti rischiamo di trasformare un dio in un mucchio di calcinacci.Il Contesto e le Insidie degli Scavi
Il ritrovamento è un casino logistico: la testa era incastrata tra blocchi di marmo nelle fondazioni di una basilica del V secolo d.C., usata come materiale di riciclo – perché, si sa, gli antichi non buttavano via niente, tipo noi con la plastica. Oliva spiega che non è raro trovare statue smembrate e riutilizzate, quasi un riciclo ante litteram. Ma questo complica tutto, dalla datazione al riconoscimento: è Giove o solo un tizio con la barba? E intanto, chissà quanti altri segreti sono sepolti lì sotto, forse pure scheletri di “familiares” di papi medievali che nessuno vuole scavare davvero.
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