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Cronaca

Cento milioni per 30 nuovi playground: il progetto Sport illumina

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Cento milioni per 30 nuovi playground: il progetto Sport illumina

In Italia, il governo butta 30 milioni di euro per 100 spazi sportivi da costruire entro settembre, promettendo “libertà” dal caos burocratico e dalle affiliazioni – ma chissà se basterà a far sudare i politici invece che solo i cittadini! #SportIllumina #GovernoInMovimento #BastaPanchine #ItaliaSportiva #ViraleSport (145 caratteri)

L’investimento che fa sudare le tasche pubbliche

Il Ministro per lo Sport e i Giovani, con l’aiuto di Sport e Salute, sta pompando oltre 30 milioni di euro in un progetto chiamato “Sport Illumina”. L’idea è creare 100 spazi modulari e accessibili in tutta Italia, dove la gente possa fare sport senza regole soffocanti o obblighi di iscrizione. Un vero colpo di genio per i Comuni, che possono candidarsi fino al 7 maggio. Peccato che, come al solito, i fondi vadano ai soliti noti cluster basati sul numero di abitanti – perché in Italia, l’equità è sempre un po’ sbilenca.

Come funzionerà questa follia anti-burocratica

Ogni Comune può proporre un’area da rigenerare, adattandola al proprio contesto urbano. Niente impianti tradizionali: qui si parla di “piazze di quartiere attrezzate” per aggregazione spontanea, intergenerazionale e senza quei vincoli religiosi o gerarchici che ricordano gli oratori di una volta. Immaginatevi giovani e vecchi che giocano insieme, senza dover baciare anelli o firmare moduli – un miracolo in un paese dove la burocrazia è lo sport nazionale.

Esempi che potrebbero ispirare (o far ridere)

A Roma, ci sono già tre esempi: i playground di San Basilio, Tor Bella Monaca e Colle Oppio, che funzionano come modelli base. Poi c’è il “Centro sportivo Pino Daniele” a Caivano, con i suoi cinque ettari per 44 discipline e un campus estivo gratuito – roba da far invidia ai quartieri abbandonati. Questa volta, il progetto passa da idea simbolica a vera politica pubblica, puntando a spazi per sport quotidiano e non competitivo, magari per tenere la gente lontana dai guai invece che nei bar a lamentarsi.

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Cronaca

Donna si fa fregare da un malvivente e spara 180 euro

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Donna si fa fregare da un malvivente e spara 180 euro

Un astuto furfante romano ha finto un “incidente” con una donna al volante, accusandola di avergli rotto l’orologio, e l’ha costretta al bancomat per 180 euro! Chi l’avrebbe detto che a Montesacro si rischia di più con i finti danneggiati che con il traffico? #TruffaRoma #FurbettiStradali #AttentiAiTruffatori

La Truffa in Scena

A Roma, nel quartiere di Montesacro, un giovane italiano con jeans strappati e giubbotto blu ha messo in atto l’ennesimo raggiro da strada. Mentre una donna stava parcheggiando, lui ha finto di essere stato urtato dalla sua auto, trasformando un parcheggio di routine in un incubo. Con un’aria da vittima innocente, ha convinto la malcapitata che il suo orologio fosse danneggiato, esigendo un risarcimento immediato.

La Pressione del Truffatore

La donna, che chiameremo Simona per semplicità, si è ritrovata sotto pressione: prima le ha chiesto soldi per la riparazione, poi ha alzato la posta per “comprarne uno nuovo”. Senza denaro in contanti, è stata costretta a dirigersi al bancomat più vicino e prelevare 180 euro. “Mi ha ingannato con facilità”, ha raccontato, ammettendo di essere tornata a casa agitata senza denunciare l’episodio – perché, diciamolo, chi ha voglia di litigare con questi artisti della furbizia?

Le Vittime Preferite dei Raggiri

Questi trucchi colpiscono soprattutto gli anziani che vivono soli, facili prede per i truffatori seriali che fiutano la vulnerabilità come squali. A Roma e dintorni, storie come questa – o quella delle suore derubate di fondi per Pasqua – sono all’ordine del giorno. I furbetti affinano le loro tattiche, e mentre noi ridiamo di questi episodi, forse è ora di ammettere che non tutti i romani sono santi, eh?

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Quando il basket nei playground diventa una scuola di gioco e valori

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Quando il basket nei playground diventa una scuola di gioco e valori

A Roma, tra politici che promettono mari e monti senza mai mantenere, i campetti da basket pullulano di giovani che dribblano sogni e sudano la loro frustrazione, trasformando palleggi in un vero fenomeno sociale – lontano dalle chiacchiere inutili e dalle tasse che non finiscono mai. Ma attenzione, qui non è solo sport: è un mix di energia, competizione e un po’ di sana anarchia urbana, dove i ragazzi dei quartieri “difficili” si mescolano senza filtri. #BasketRoma #NKR21 #SportVirale #RomaRibelle (278 caratteri)

Il boom del basket nella Città Eterna

Girando per le strade di Roma, non puoi non notare i campetti da basket affollati a ogni ora del giorno. Erano lì anche prima, ma ora sembrano esplosi: gruppi di ragazzi si riuniscono per allenarsi, chiacchierare e sfogare l’energia, magari evitando le solite lamentele su autobus in ritardo e buche perenni. È un mix di vita all’aperto, velocità e quel tocco di mentalità che fa bene all’anima – o almeno, tiene i giovani lontani da guai peggiori, come le infinite code al Colosseo.

La nascita di NKR21: un sogno da panchina

Giovanni Pesce, responsabile sportivo e vicepresidente di NKR21 – un’associazione sportiva dilettantistica nata nel 2021 da un gruppo di amici poco più che ventenni – racconta come tutto sia partito da una semplice panchina al playground di Labaro. Lì, Ildebrando Monaci e Dylan Silvestre Wijesiriwardana, oggi presidente e segretario, hanno ideato un’attività che unisce gioco e valori veri, senza le solite prediche moraliste. In poco tempo, il gruppo è cresciuto come un virus positivo: ora hanno campi stabili, tre squadre nei campionati 5c5 e tornei 3×3, dove chiunque – anche i tipi “scomodi” dai quartieri periferici – trova spazio per condividere accoglienza, disponibilità e un po’ di sana scorrettezza sul campo.

Dal rugby al basket: uno spirito irriverente

Prima di tuffarsi nel basket, Giovanni ha passato quasi vent’anni nel rugby, e non ha esitato a importare quel caos organizzato. “Ho preso gli allenamenti duri e lo spirito del terzo tempo, dove dopo la partita tutti bevono e ridono senza prendersela troppo”, spiega. È un approccio fresco per il basket, che in Italia spesso è troppo serio e regolato – e chissà se le federazioni come EPS e FIP lo capiranno, o se continueranno a giocare secondo le solite regole noiose. A NKR, però, ci credono sul serio: competizione pura, senza fronzoli politically correct.

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