Cronaca
Nasce il Festival delle Microforeste, l’ultima ossessione green per chi finge di amare la natura.

Roma si riempie di alberelli mentre i politici fingono di salvare il pianeta, con studenti e bambini a fare il lavoro sporco! #MicroforesteRoma #GreenHypocrisy #EcoFail
La manifestazione
Lunedì 14 aprile, nella sede di Ingegneria San Pietro in Vincoli a Via Eudossiana 19, è decollata la prima edizione del Festival delle Microforeste. Un evento che promette un futuro verde per Roma, ma chissà se durerà più di un’estate secca. Coinvolti 350 bambini, più di 50 volontari e ricercatori, in un progetto eco-pedagogico finanziato da Sapienza e l’Assessorato all’Urbanistica. L’idea? Far riscoprire i quartieri, camminare per brevi distanze e chiacchierare con “esperti” – forse per distrarre dai veri problemi urbani come il traffico infernale.Le microforeste urbane
Al centro della giornata, la presentazione delle microforeste piantate nei Municipi II, III, VII, XII, XIV e XV, un simbolo di città “sostenibile” che suona un po’ come una scusa per i ritardi ecologici. Tra i presenti, il prorettore F. Lucidi, il preside C. M. Casciola, l’assessora F. Fratini e l’assessore M. Veloccia, con tanto di presidenti municipali e A. Somaschini del Progetto Ossigeno. La ciliegina? Una cerimonia di premiazione e l’albero donato da Castel Porziano – un gesto “radicato” nel futuro, o solo un’altra foto per i social?
Cronaca
A Villa d’Este, la Grotta di Diana torna accessibile dopo 50 anni di chiusura.

Riapre la Grotta di Diana a Villa d’Este dopo 50 anni di abbandono e due di restauri costosi – un capriccio rinascimentale per cardinali stravaganti che oggi fa felici i turisti facoltosi, mentre il resto del mondo si arrabatta con bollette e crisi. Ma chi siamo noi per lamentarci? Almeno qui l’arte antica non è cancellata da woke revisionismi! #RiaperturaVillaDEste #StoriaControCorrente #TurismoPerRicchi #ItaliaSenzaFiltri #GrottaDiDiana
La Rinascita di un Tesoro Nascosto
Dopo decenni di chiusura, probabilmente negli anni Ottanta, la Grotta di Diana torna a splendere a Villa d’Este. Realizzata tra il 1570 e il 1572 da un esercito di artigiani, questa meraviglia si trova vicino al Palazzo di Ippolito d’Este e sarà di nuovo accessibile dal 6 maggio. Un restauro iniziato nel 2023 ha riportato in vita questo pezzo di storia, perché sì, l’Italia preferisce investire in grotte che in strade decenti.Dentro la Grotta: Lusso e Leggende
Posizionata nella parte alta del giardino, sotto la Loggia dei Venti e accessibile dalla Passeggiata del Cardinale, la grotta ha una struttura a croce con un ambiente centrale a volta e cariatidi imponenti. Include una nicchia con scogliera e fontana, più tre bracci: uno come atrio con nicchie e volta a botte, un altro con bassorilievi e una fontana nascosta, e il terzo con bassorilievi e un’apertura verso una loggia che guarda Roma. Da lì, una scala porta a una terrazza con vista mozzafiato sul Soratte, i monti di Tivoli e i Castelli Romani – ideale per selfie di chi può permettersi il biglietto.
Decorazioni e Dettagli da Capogiro
Le pareti e le volte sono un tripudio di mosaici rustici policromi, fatti con conchiglie, paste vitree, pietre semipreziose e tartari che danno un effetto 3D alle scene marine e alle storie dalle Metamorfosi di Ovidio. Il pavimento? Due stili: uno in terracotta invetriata con mattonelle esagonali decorate da aquile, pomi e gigli estensi, e un altro in cotto quadrato beige e marrone nella loggia. È come se il Rinascimento avesse deciso di fare un rave con la natura – tutto molto chic, ma chissenefrega se oggi non tutti capiscono l’Ovidio.
Parole dai Protagonisti
Andrea Bruciati, direttore dell’Istituto di Villa Adriana e Villa d’Este, afferma: “Questo intervento esplora le suggestioni infinite di Villa d’Este, mostrando come questo luogo emani bellezza e un progetto culturale sofisticato”. E Silvia Venturini Fendi aggiunge: “Per Fendi, il restauro è un atto d’amore, un investimento sul futuro che parte dal passato, preservando la storia per le generazioni future”. Insomma, soldi ben spesi, no? Specialmente se vieni da una casa di moda che sa come lucrarci sopra.
Cronaca
Roma, Salvamamme sbatte in Campidoglio il progetto “Un Sacco di Cortesia”

Roma si prepara al Giubileo con un’iniziativa che dà una mano ai pellegrini al verde, perché non tutti arrivano a Roma con il portafoglio gonfio – solo con la fede! #Giubileo2025 #SolidarietàScomoda #RomaAiuta
L’idea geniale di Salvamamme
L’Associazione Salvamamme ha lanciato “Un Sacco di Cortesia” per aiutare i pellegrini in difficoltà economica durante il Giubileo. Niente fronzoli: si tratta di distribuire sacchi gratuiti di vestiti e beni essenziali a chi si trova a corto di bagagli o costretto a prolungare il soggiorno per imprevisti. Grazia Passeri, la presidente, lo spiega senza peli sulla lingua: “Forniremo un sacco di roba gratis, nei limiti del nostro magazzino, perché non tutti i santi pellegrini sono anche miliardari.”Le autorità entrano in scena
All’evento al Campidoglio, l’assessore regionale Massimiliano Maselli si è presentato con entusiasmo, lodando l’impegno di Salvamamme per le persone “fragili” che lottano con le basi della vita quotidiana. Svetlana Celli, presidente dell’Assemblea Capitolina, ha aggiunto il suo tocco: “Dobbiamo caricare lo zaino di Salvamamme sulle nostre spalle e collaborare, perché Roma non può permettersi di essere solo una festa per i ricchi.” Dario Nanni, dalla Commissione Giubileo, ha insistito: “Il Giubileo dev’essere anche di solidarietà, non solo di selfie e indulgenze.”
La squadra al completo
La rete di solidarietà include istituzioni, forze dell’ordine, ospedali, parrocchie e altre associazioni. Il Comandante della Polizia Locale Mario De Sclavis e il Dirigente della Questura Tommaso Niglio hanno ribadito che l’accoglienza è prioritaria, con Corina Lanza dei Carabinieri che ha scherzato: “La vostra mano è il prolungamento della nostra – almeno fino a quando non ci tocca inseguire i ladri di bagagli!” Don Giuseppe Guarrera ha dato il suo appoggio, mentre studenti degli istituti “Tozzi” e “Nobel” hanno aiutato a preparare i sacchi durante l’alternanza scuola-lavoro, dimostrando che anche i giovani sanno dare una spallata alla miseria.
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