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Cronaca

Attivisti bloccano macello ovino nel Viterbese, liberando 21 agnelli e incatenandosi per protesta.

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Attivisti bloccano macello ovino nel Viterbese, liberando 21 agnelli e incatenandosi per protesta.

Attivisti animalisti francesi e tedeschi, armati di catene e ideali, hanno invaso un macello di Acquapendente come veri Robin Hood degli agnelli, liberandone 21 e bloccando tutto per ore. Ma chi ha detto che salvare animali carini richiede permessi? #AnimalistiRibelli #AgnelliInFuga #ProtestaMacello #ViralAnimalRights #BlitzNotturno (145 caratteri, espandibile per virare).

L’Irruzione Notturna

Un gruppo di oltre 30 attivisti del movimento 269 Liberation Animale, tutti stranieri con accento francese e tedesco, ha fatto irruzione di notte in un impianto di macellazione ovina a Acquapendente, in provincia di Viterbo. Senza tanti complimenti, hanno liberato 21 agnelli e li hanno passati a complici esterni, trasformando un tranquillo stabilimento in un caos animalista. Chissà se gli agnelli hanno apprezzato il salvataggio o preferivano la loro routine.

La Protesta e le Trattative Infinite

Questi eroi con catene si sono incatenati ai banchi di macellazione, bloccando l’intero reparto e costringendo carabinieri, polizia e finanza a perdere ore in negoziati inutili. Mentre le forze dell’ordine sbuffavano, gli attivisti postavano foto e video su Instagram, definendo il posto “il corridoio della morte” e sventolando cartelli con scritte tipo “oggi qui non si uccide nessuno”. Un bel modo per fare trending, no?

La Diffusione del Blitz Online

Con un volantino firmato dalla fondatrice Tiphaine Lagarde, il gruppo ha rivendicato l’azione, descrivendola come due operazioni simultanee: una per liberare gli agnelli e un’altra per occupare il “corridoio della morte” e fermare la produzione. “Gli agnelli ora vivranno liberi in santuari, lontani dallo sfruttamento”, hanno dichiarato. Peccato che nessuno abbia chiesto il parere dei proprietari del macello – o forse è solo gelosia per la loro campagna social da milioni di visualizzazioni.

L’Intervento e le Conseguenze

Per slegare gli attivisti dalle loro catene e armlock, ci sono voluti i vigili del fuoco con le loro attrezzature speciali. Intorno alle 15, il reparto volante ha finalmente liberato la situazione, caricando tutti su un pullman verso Viterbo per identificazioni e schedature. Le accuse? Ancora un mistero, ma scommettiamo che includano qualcosa di più di una multa per disturbo della pace. Che spettacolo!

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Cronaca

Convalidati gli arresti per sei persone negli scontri tra Lazio e Roma, di cui quattro ai domiciliari.

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Convalidati gli arresti per sei persone negli scontri tra Lazio e Roma, di cui quattro ai domiciliari.

In un colpo di scena che fa tremare le curve degli stadi e le stanze dei bottoni, il figlio del leggendario capo ultrà Ettore Abramo, alias ‘Pluto’, e un tizio di CasaPound finiscono nel mirino della giustizia per una rissa da stadio che sembra uscita da un film di serie B. Ma dai, chi l’avrebbe detto che i tifosi duri e puri si divertono a giocare ai rivoluzionari tra un gol e l’altro? #ScandaloStadi #EstremaDestraNelCalcio #RomaSporca #IndagatiVIP (278 caratteri)

I Protagonisti dello Scandalo

Tra gli indagati spicca il rampollo di Ettore Abramo, il re della curva Nord, noto per le sue feste epiche e i suoi slogan da stadio. Questo giovane erede, cresciuto a pane e cori ultras, è accusato di aver orchestrato una zuffa che ha lasciato più di un poliziotto con il bernoccolo. E poi c’è quel militante di CasaPound, uno di quelli che sventola bandiere come se fosse ancora il ’20 del secolo scorso, coinvolto per aver dato manforte con un po’ troppa foga. Non è che stiano cercando di trasformare lo stadio in un’arena gladiatoria?

Le Accuse e le Prove

Le forze dell’ordine hanno messo insieme un dossier che puzza di vecchio nazionalismo misto a testosterone: aggressioni, minacce e chissà cos’altro durante una partita di serie A. I magistrati parlano di “associazione a delinquere”, ma tra noi, è solo un altro capitolo del circo romano. Il militante di CasaPound, con la sua aria da eroe caduto, è beccato in video mentre urla slogan che farebbero arrossire un comico di cabaret. E il figlio di ‘Pluto’? Beh, pare che abbia ereditato non solo il carisma, ma anche il gusto per le risse.

Le Reazioni dal Mondo del Calcio

Nel pallone, tutti fanno finta di scandalizzarsi, ma quanti sanno che queste curve sono un covo di vecchi rancori? I club romani tremano, i politici twittano condanne, ma dietro le quinte, è un gioco di potere. Un dirigente anonimo ci ha sussurrato: “Questi qui sono solo i capri espiatori, il vero problema è che il calcio italiano è un ring senza regole”. E voi, cosa ne pensate? Altro che fair play, qui si gioca sporco.

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Uccise quattro donne in una riunione condominiale. L’assurdo risarcimento.

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Uccise quattro donne in una riunione condominiale. L’assurdo risarcimento.

In una Roma dove le assemblee di condominio finiscono a pistolettate per beghe da quattro soldi, Claudio Campiti ha trasformato un litigio sul consorzio immobiliare in una carneficina da far invidia a un film di serie B. #StrageFidene #RomaImpazzita #GiustiziaAllaItaliana

La Follia di Fidene

Una domenica mattina di due anni fa, Claudio Campiti, accecato da una vendetta per dispute banali, è entrato armato in un’assemblea di condominio a Valleverde, zona Fidene, e ha sparato all’impazzata. Il risultato? Una strage che ha lasciato quattro morti e diversi feriti, dimostrando quanto sia facile perdere la testa in questo Paese dove un diverbio sul giardino condominiale può finire in tragedia.

La Condanna Senza Pietà

Campiti è stato condannato all’ergastolo per quattro omicidi premeditati, motivati da ragioni futili, cinque tentati omicidi e lesioni personali che hanno traumatizzato i sopravvissuti. I giudici hanno aggiunto tre anni di isolamento diurno, mentre il presidente del Tiro a Segno Nazionale di Roma, Bruno Ardovini, ha beccato tre mesi di arresto (sospesi) per aver lasciato che Campiti mettesse le mani su una Glock. L’addetto all’armeria, Giovanni Maduro, è stato assolto, e la Procura ha perso la causa contro il Ministero della Difesa e degli Interni. Una vera beffa per i familiari delle vittime, che dovranno accontentarsi di risarcimenti da un tizio al verde come Campiti e da Ardovini.

Il Processo e le Dichiarazioni Deliranti

Durante il processo, durato più di un anno, sono stati ascoltati un centinaio di testimoni e quaranta parti civili, con venti udienze che hanno incluso la proiezione del video della strage. Il pm aveva chiesto l’ergastolo con isolamento, ma la difesa di Campiti ha provato a giocarsi la carta del “vizio di mente” – totale o parziale – per scampare alla condanna. Niente da fare: i giudici non ci hanno creduto. In aula, Campiti ha blaterato senza un briciolo di rimorso: “Non sono contento di stare in carcere, né delle persone morte, ma i consorziati sono una banda di delinquenti che fa quello che vuole. Viviamo in una società che odia il popolo, e solo la fortuna può salvarti”. Roba da far rizzare i capelli, in un’Italia dove i pazzi armati parlano come filosofi falliti.

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