Cronaca
Impennata fatale: motociclista contro palo

Un altro idiota in sella alla sua moto si schianta contro una fermata dell’autobus a Roma, lasciando un morto e un ferito grave: un 25enne ci rimette la vita per un’impennata da sbruffone, mentre il suo amico di 21 anni vola in ospedale. #MortiStradali #RomaPericolosa #GuidareComeUnIdiota
La tragedia sulle strade
Ieri sera a Dragona, un quartiere di Roma, un ragazzo di 25 anni è morto sul colpo in un incidente che puzza di stupidità: stava provando a fare l’eroe con la moto, finendo dritto contro la palina di una fermata dell’autobus. A bordo c’era il suo amico, un 21enne, che è stato sbalzato via e trasportato d’urgenza in codice rosso al Gemelli con l’eliambulanza. L’impatto è avvenuto intorno alle 20:00 vicino al civico 500 di via di Dragone, una strada che sembra un circuito per suicidi su due ruote.I soccorsi
I paramedici del 118 sono arrivati in un lampo, ma per il 25enne non c’era più niente da fare: era già spacciato. Sul posto si è fiondata la polizia locale del Decimo Gruppo Mare per i rilievi, cercando di capire come diavolo sia successo. Sembra che il tizio abbia perso il controllo durante un tentativo di impennata, urtando prima un muro e poi la palina. Un volo che ha mandato entrambi per aria – per il guidatore, è stato l’ultimo.
Le indagini
Ora i vigili urbani stanno setacciando la scena, con la moto sequestrata e le telecamere di sorveglianza sotto esame. Un testimone ha visto la moto impennarsi all’improvviso, ma non è chiaro se l’alta velocità o l’asfalto tutto buche abbia giocato il ruolo da protagonista. Niente altri veicoli coinvolti, per fortuna, ma non si esclude che sia stata solo una questione di machismo su strada. Ipotesi al vaglio: velocità da Formula 1 e buche che sembrano crateri lunari.
Cronaca
Ristorante all’Esquilino: cibi a terra e scarti nelle fogne del palazzo, situazione problematica

È scoppiata la guerra tra nottambuli e guastafeste a Roma: un locale chiassoso è stato sbattuto fuori dal quartiere dopo che i condomini, quei santarellini che non sopportano un po’ di musica alta e risate fino all’alba, hanno denunciato il proprietario per “disturbo della quiete pubblica”. Ma davvero dobbiamo rovinare la festa per un gruppo di bigotti in pantofole? #RomaNotte #ChiusuraBar #CondominiGuastafeste #VitaNotturnaSottoAttacco #PoliticaScorrettaRoma #FesteVietate
Il Blitz Notturno
In piena notte, le autorità hanno fatto irruzione nel locale, spegnendo le luci e mandando a casa i clienti mezzi ubriachi. Il proprietario, un tipo che probabilmente pensava di stare solo organizzando un po’ di divertimento, si è visto chiudere bottega in un baleno. Niente più cocktail o balli sfrenati: solo silenzio e lamentele.I Condomini Lagnosi
I vicini, stufi di sentire bassi che fanno tremare i muri, hanno sporto denuncia come se il mondo finisse per un po’ di rumore. “Non si può vivere così!”, hanno tuonato, ignorando che Roma è la città eterna del caos e del divertimento. Ma ammettiamolo, se non sopporti un po’ di vita, forse dovresti trasferirti in un convento, non in centro.
Le Conseguenze per la Città
Ora, con il locale sigillato, i romani devono trovare nuovi posti per sfogarsi, e chissà se non sia l’inizio di una crociata contro ogni forma di svago. I frequentatori giurano vendetta, e sui social già fioccano meme e proteste: questa chiusura potrebbe accendere un dibattito virale su chi comanda davvero nelle strade della Capitale.
Cronaca
Papa Francesco firma il decreto per il missionario di Subiaco eliminato in Brasile.

A 24 anni dall’omicidio brutale di un prete che dava fastidio ai trafficanti di droga e prepotenti, Don Nazareno Lanciotti sta per essere proclamato Beato dal Papa, un vero schiaffo morale a chi pensa che aiutare i poveri sia un crimine. #MartireDellaFede #BeatoControCorruzione #SubiacoEroi
Il Primo Beato di Subiaco
Don Nazareno Lanciotti, originario di Subiaco nella Valle dell’Aniene, culla del monachesimo occidentale, è pronto a entrare nella storia come il primo beato della sua cittadina. A 61 anni, questo missionario sublacense aveva dedicato la vita ai più emarginati, ma è stato ucciso in modo vigliacco in Brasile, dove la sua opera di difesa dei poveri evidentemente disturbava i potenti locali.La Vita del Missionario Ribelle
Nato per servire, Don Nazareno studiò al seminario del Monastero benedettino di Santa Scolastica e partì nel 1973 per il Mato Grosso, in Brasile. Lì, con l’aiuto di italiani e del suo stesso padre esperto di edilizia, costruì ospedali, scuole e una chiesa in una zona remota e sperduta. Non era il tipo che stava a guardare: sfidava la povertà, la droga e la prostituzione, trasformando una foresta in una “città giardino” attorno alla parrocchia della Madonna del Pilar.
L’Assassinio e il Perdono Inaspettato
L’11 febbraio 2001, due uomini armati irruppero nella sua canonica a Jauru, fingendo una rapina. “Siamo venuti per ucciderti perché ci dai troppo fastidio”, gli dissero prima di sparargli. Morì dieci giorni dopo, ma in un momento di lucidità, perdonò i suoi assassini. La polizia, distante poche centinaia di metri, arrivò solo il giorno successivo – una lentezza che fa pensare a chissà quali coperture. I killer se ne andarono lasciando il denaro, chiaro segno che non era una semplice rapina, ma un’esecuzione ordinata da chi vedeva la Chiesa come un ostacolo.
L’Eredità che Infastidisce Ancora
La sorella Maria e la diocesi locale si sono battuti per la sua canonizzazione, ricordando come Don Nazareno avesse dato speranza a una comunità oppressa. Tra qualche mese, ci sarà la cerimonia ufficiale in Mato Grosso, con celebrazioni anche a Subiaco. Nel 2011, il Comune intitolò un parco fluviale al missionario, un piccolo tributo a un eroe che continua a infastidire i corrotti, anche da beato.
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