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Cronaca

Madre e figlia assalite: hanno urlato e quel tizio è scappato.

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Madre e figlia assalite: hanno urlato e quel tizio è scappato.

Turiste tedesche aggredite a Roma da un immigrato somalo: l’incubo nella stazione Termini, un paradiso per turisti che si trasforma in trappola! #RomaSicura #ImmigrazioneSregolata #ViolenzaStradale

L’Incubo nella Capitale

Due turiste tedesche, madre di 47 anni e figlia di 25, erano arrivate a Roma per ammirare i Fori Imperiali e i musei, ma si sono ritrovate in un incubo vicino alla stazione Termini. L’aggressore, un somalo di 29 anni noto alle forze dell’ordine, le ha pedinate e palpeggiate nelle parti intime nel sottopasso Pettinelli. Mentre camminavano con i bagagli verso l’hotel, l’uomo le ha bloccate alle spalle, approfittando della confusione tipica di quella zona malfamata.

Le Vittime Raccontano il Terrore

Le due donne, sotto shock, hanno descritto l’orrore ai carabinieri. “Sono sconvolta, ho pensato che quel maniaco ci avrebbe stuprate”, ha detto la madre, tremante. La figlia ha aggiunto: “Non riuscivo a liberarmi, mi ha bloccato le mani e mi toccava. Ho gridato con tutte le forze, ma lì sotto sembrava un vicolo cieco”. Le grida delle vittime hanno attirato l’attenzione, ma l’aggressore è fuggito di corsa, dileguandosi come un’ombra.

L’Arresto Lampo

I carabinieri della stazione San Lorenzo non hanno perso tempo: grazie alle telecamere urbane, hanno identificato e catturato il 29enne mentre dormiva in un giaciglio improvvisato, ancora con gli stessi abiti della violenza. Appartenente a una delle gang che infestano Termini e piazza Vittorio, è stato arrestato per violenza sessuale e spedito in carcere, in attesa del processo. Un altro esempio di come certe zone di Roma siano diventate un far west per i soliti sospetti.

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Cronaca

Cinesi fatti fuori a Roma, agenda di Zhang scoperta (che fa tremare i criminali): nuovi legami con Prato

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Cinesi fatti fuori a Roma, agenda di Zhang scoperta (che fa tremare i criminali): nuovi legami con Prato

La mafia cinese scatena il caos in Italia: agenda segreta di un boss rivela usura, droga e omicidi in stile film, mentre le gang si scannano per il business sporco. Chi pagherà il conto? #MafiaCinese #GuerraSotterranea #ItaliaSottoFuoco

L’Agenda dei Segreti

Gli investigatori romani hanno messo le mani sull’agenda personale di Zhang Dayong, il fedelissimo di quell’ombra nera di Zhang Naizhong. Dentro ci sono nomi, date e affari loschi che odorano di usura, traffico di ketamina e prostituzione, tutti collegati a una rete che spadroneggia tra Roma, Napoli e Prato. Zhang è stato freddato con la compagna Gong Xiaoqing in un agguato al Pigneto, sotto la Tangenziale est, con quattro colpi di calibro 9. Roba da far impallidire i vecchi mafiosi locali.

La Faida tra Clan

Non è finita qui: a Prato, cuore pulsante di questa guerra delle grucce – una lotta feroce per il controllo del trasporto e dell’abbigliamento – una donna di 46 anni è stata colpita alla testa in un nuovo scontro. Gli esperti collegano il caso all’impero di Zhang Naizhong, con indagini che corrono veloci tra carabinieri e procure. Sembra che questi clan non amino condividere i profitti, preferendo le pallottole ai negoziati.

Le Piste delle Indagini

Con l’agenda sequestrata, gli inquirenti sperano di smontare questo puzzle di crimini, identificando i mandanti e le armi dietro gli agguati. Zhang Dayong, trasferitosi a Roma da Prato tre anni fa, era nel giro delle estorsioni e del riciclaggio, specialmente nei quartieri di Pigneto ed Esquilino. Il killer è fuggito, forse già oltre confine verso Francia, Spagna o Portogallo, dove la mafia cinese ha un impero di droga e sesso. Controlli serrati sono in atto, con l’Interpol in allerta.

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Cronaca

A Roma, multe scribacchiate a mano: un passo indietro nel tempo.

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A Roma, multe scribacchiate a mano: un passo indietro nel tempo.

Hacker mettono in ginocchio i tablet dei vigili urbani di Roma, costringendoli a tornare ai bloc notes come cavernicoli moderni! Che figuraccia per la capitale tech-fobica. #HackerVsPolizia #RomaFail #MulteASpillo

I vigili urbani della Città Eterna si sono ritrovati improvvisamente senza armi digitali a causa di un attacco hacker che ha mandato in tilt i loro tablet e cellulari. Invece di emettere multe con un semplice tap, gli agenti hanno dovuto rispolverare i vecchi bloc notes, scribacchiando come se fossimo ancora nel Medioevo. Il caos è iniziato mercoledì e, al momento, il sistema non è ancora tornato alla normalità, anche se fonti della polizia locale giurano che il problema informatico è stato “risolto” – chissà cosa significa davvero. A quanto pare, è stata colpita una società esterna che gestisce il servizio, lasciando i vigili senza accesso al cloud per archiviare i dati delle infrazioni. Risultato? Alcuni hanno improvvisato con i taccuini, mentre altri hanno semplicemente mollato il servizio. Tipico di Roma: sempre un passo indietro nella digitalizzazione.

IL SINDACATO

Il sindacalista Gabriele Di Bella, segretario provinciale di Ugl, non si è scomposto e ha ironizzato: «Questo è il bello della vita in strada, dove un tablet che dice “mancato collegamento al server” ti riporta alla realtà». Secondo lui, è quello che capita quando si investe in gadget “di quantità” senza testa, finendo per fare un passo avanti e due indietro. Per fortuna, i vigili hanno l’esperienza per arrangiarsi, copiando a mano i dati delle targhe multate sul sistema telematico. Ma ammettiamolo, in una città come Roma, dove il traffico è già un incubo, affidarsi a penne e carta è come combattere i gladiatori con un ombrello.

I PRECEDENTI

Non è la prima volta che Roma inciampa nei guai informatici. Ad esempio, a marzo, l’azienda dei rifiuti Ama è stata hackerata, lasciando il sito web irraggiungibile – immaginate la puzza metaforica. E nel 2023, i siti di Roma Capitale gestiti da Zètema sono finiti ko. Senza dimenticare il blocco durante le elezioni europee dello scorso giugno o i problemi con i servizi anagrafici, dove gli impiegati hanno dovuto tornare alla carta e penna per i cambi di residenza. Stavolta, però, sembra che non servano misure drastiche come migrare su un altro database – o almeno, lo speriamo, prima che gli hacker si divertano di nuovo.

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