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Funerali Gaia e Camilla – Il parroco: “Siamo tutti palloni gonfiati”
<strong>Funerali Gaia e Camilla – Il parroco usa parole dure nell’omelia durante la funzione in chiesa.
Funerali Gaia e Camilla – In centinaia presenti alle esequie, presso la chiesa del Preziosissimo Sangue. Amici, familiari, compagni di classe e tanti cittadini: la parrocchia, in via Flaminia Vecchia, è gremita e tanta gente segue il rito all’esterno. Le due bare bianche, per volontà dei genitori, entrano in chiesa l’una accanto all’altra, tra due ali di folla commossa. Presenti all’esterno diverse corone di fiori, mentre sulla navata due foto delle ragazze sopra un leggio accolgono chi entra. Sotto invece stelle di Natale e altri fiori. Le telecamere restano fuori dalla parrocchia, su richiesta dei familiari delle ragazze. Sul luogo dell’incidente è stato affisso invece uno striscione con la scritta “Ciao Angeli”.
A celebrare le esequie il parroco don Gianni Matteo Botto: “Camilla aveva chiesto pochi giorni fa a pranzo con i genitori e la sorella Giorgia cosa fosse il senso della vita. Quando ti metti a guidare sbronzo o fatto è questa la vita? Mandarla in fumo? Berci la nostra vita? Questa è vita? O sono finte libertà? In fondo ci sentiamo onnipotenti e poi non riusciamo a seguire le regole base della convivenza”, le parole nell’omelia. “Magari quando sei sbronzo ti metti pure a guidare. In fondo pensiamo tutti di essere un po’ padreterni, superuomini, e poi non riusciamo a seguire le regole comuni. Ci riscopriamo tutti un po’ palloni gonfiati. Il senso della vita non è bere e fumarsela ma amarci gli uni con gli altri. Da giorni ci chiediamo il perché. Ci interroghiamo sull’insensatezza di quanto accaduto. Brancoliamo nel buio. Ecco quello di oggi è il grande abbraccio che diamo ai genitori di Gaia e Camilla, in questa ora così buia”.
A seguire, il discorso della sorella di Camilla: “Si è persa una delle fondamenta della nostra famiglia. Eri la piccola di casa. Tu che trovavi imbarazzo ogni volta che si parlava di te, non ti piaceva sentirti gli occhi addosso. Ti sentivi imperfetta”. “Qualche giorno fa a tavola avevi chiesto qual era il senso della vita e non ti ho saputo rispondere – ha concluso -. A qualche giorno di distanza ho trovato la risposta: il senso della mia vita sei tu”.
A parlare, in una nota, sono anche i genitori di Gaia: “Chi perde il coniuge è vedovo, chi perde i genitori è orfano. Chi, come noi, perde una figlia non ha nemmeno un nome che lo definisca: la morte di un figlio è talmente innaturale da aver reso la nostra condizione indicibile, è letteralmente ‘qualcosa che non può essere detto’”. “Anche per questo – aggiungono i due, assistiti dall’avvocato Giulia Bongiorno – non abbiamo finora parlato con nessuno e oggi chiediamo rispetto per il nostro dolore e il nostro silenzio. Quando troveremo le parole giuste parleremo, e diremo la nostra sulle tante ricostruzioni che in questi giorni sono state diffuse dai media con troppa leggerezza. Per il momento, invitiamo alla prudenza e alla scrupolosità chi scrive di questa tragedia. Gaia era piena di gioia di vivere, ma era anche matura e responsabile. Ci manca moltissimo. Per questo desideriamo ringraziare chi ha pianto con noi, chi ci ha offerto conforto e sostegno” concludono.