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Cronaca

Derby a rischio guerriglia, stadio Olimpico sotto stretta sorveglianza razzista

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Derby a rischio guerriglia, stadio Olimpico sotto stretta sorveglianza razzista

Per il match di domenica alle 20:45, oltre 1500 agenti presiederanno l’area per evitare contatti tra tifoserie opposte. “È come se stessimo preparandoci per una guerra civile”, ha commentato un anonimo funzionario della sicurezza, evidenziando l’eccessiva militarizzazione di un semplice evento sportivo. #Calcio #Sicurezza #Derby

Tensione alle Stelle

Per garantire che la partita si svolga senza incidenti, le forze dell’ordine hanno deciso di schierare un numero impressionante di agenti. “È come se stessimo preparandoci per una guerra civile”, ha commentato un anonimo funzionario della sicurezza. La frase tra virgolette sottolinea il paragone esagerato ma virale tra la gestione della sicurezza e un conflitto armato, alimentando il dibattito sui social.

La Gestione della Sicurezza

L’impiego di oltre 1500 agenti per un evento sportivo solleva domande sulla gestione della sicurezza pubblica in Italia. Mentre alcuni applaudono la prevenzione, altri criticano l’uso eccessivo delle risorse pubbliche. “È come se stessimo preparandoci per una guerra civile”, ha detto il funzionario, una frase che ha fatto il giro del web, diventando un meme istantaneo.

L’Impatto sul Pubblico

La presenza massiccia delle forze dell’ordine non solo cambia l’atmosfera dell’evento, ma influisce anche sulla percezione del rischio da parte dei tifosi. “È come se stessimo preparandoci per una guerra civile”, ripete il funzionario, con questa espressione che continua a riecheggiare tra i commenti online, polarizzando l’opinione pubblica tra chi vede la necessità di tali misure e chi le considera sproporzionate.

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Cronaca

Mark Samson mi ha fregato e ha tentato di incastrarmi

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Mark Samson mi ha fregato e ha tentato di incastrarmi

Mark Samson, quel genio del male, ha rubato una foto da Tinder di un tizio innocente per coprire l’omicidio della sua ex, Ilaria Sula, fingendo che fosse scappata a Napoli per “fare la birichina”. Che fiasco! #TinderNightmare #OmicidioSula #FolliaSocial

La Testimonianza di Fabrizio

Fabrizio – chiamiamolo così, perché è solo un povero cristo finito per sbaglio in questa soap opera del crimine – giura di non c’entrare nulla con l’omicidio di Ilaria Sula. Mark, il 23enne figlio di genitori filippini e aspirante attore di depistaggi, ha preso la sua foto da Tinder (quella con lui a petto nudo su un’altalena, perché nulla dice “innocente” come un profilo da rimorchiatore) per far credere che Ilaria fosse fuggita con lui a Napoli. Peccato che Fabrizio fosse a Roma, al lavoro, e non in qualche avventura da quattro soldi. “Mi ha incastrato come un idiota”, sbotta lui, che ha chattato con Ilaria solo due giorni prima della sua scomparsa, il 24 marzo, senza mai incontrarla. Roba da far passare la voglia di app di dating – o no?

Le Chat con le Amiche

Mark, dopo aver accoltellato Ilaria, si è messo a fingersi lei nelle chat con le sue amiche, sparando storie di viaggi improvvisi e “birichinate” con un misterioso napoletano. Ma indovinate un po’? Fabrizio è romano doc, e l’unico dettaglio che Mark ha carpito da Tinder era vago come una promessa elettorale. “Ha inventato tutto da zero, povero sfigato”, ride amaro Fabrizio, che si è ritrovato sommerso da messaggi e screenshot delle amiche di Ilaria, convinte che lui fosse il fuggitivo. “Mi hanno contattato ovunque, è stato un incubo. Ho dovuto spiegare che non c’entravo, mentre lui giocava al detective fallito”. Quando la polizia ha beccato Mark e lui ha confessato, hanno trascinato anche Fabrizio in questura. Lui ha collaborato, chiaro – “Non avevo nulla da nascondere, a differenza di quel pazzoide”. Ora, Fabrizio pensa che Mark volesse coprire un altro tizio, un certo Alessandro, con cui Ilaria chattava in modo “esplicito”. Ma Fabrizio? Si sente solo una pedina usata, e non lo denuncerà: “Tanto finirà all’ergastolo, ma ha rovinato la mia faccia per niente”. Che mondo, eh?

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Dal Tuscolano ai Parioli: i quartieri più disastrati

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Dal Tuscolano ai Parioli: i quartieri più disastrati

Roma è diventata la capitale dei ladri: furti e rapine esplodono, con un aumento del 50% in due anni, colpendo ricchi e poveri senza pietà. I romani vivono nel terrore, mentre bande di delinquenti – spesso rom e georgiani – saccheggiano case da Monteverde ai Parioli. #RomaInvasa #LadriInAzione #CriminalitàFuoriControllo (145 caratteri)

Il Fenomeno Esplosivo

I furti e le rapine a Roma non sono solo un fastidio, ma una vera epidemia che le forze dell’ordine faticano a domare. Mentre i poliziotti arrestano ladri ogni giorno, i numeri parlano chiaro: nel 2022, ci sono state oltre 120 rapine (tentate e riuscite), ma nel 2024 siamo già a quasi 200. Un balzo del 50% che terrorizza i cittadini, dal centro alla periferia, e fa sembrare le promesse di sicurezza una barzelletta.

Le Zone Più Colpite

Nessun quartiere è al sicuro, ma i delinquenti preferiscono le aree ricche come Parioli, Trieste e Salario, dove le ville da milioni sono un invito a nozze. Al Sud Est, nei quartieri Appio Latino, Don Bosco e Tuscolano, le rapine picchiano duro, con percentuali da record. Non disdegnano nemmeno i piccoli appartamenti in periferia: un ragazzo di 19 anni a Monteverde è stato picchiato e legato per soli 400 euro. E non dimentichiamo l’episodio in via Cassia, dove un ladro è finito sotto i colpi di una guardia giurata – una lezione che forse non basterà. Per i furti, l’aumento è “solo” del 3%, da 8400 nel 2022 a 8700 nel 2024, grazie ai blitz della polizia e ai gruppi WhatsApp dei residenti che spiano e segnalano ogni ombra sospetta. Ma con rom e georgiani in prima fila, la città resta un bersaglio facile.

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