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Fabio Gerli: “All’Urbetevere mi hanno salvato la carriera e ora sono il capitano del Modena, un’impresa incredibile”

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Fabio Gerli: “All’Urbetevere mi hanno salvato la carriera e ora sono il capitano del Modena, un’impresa incredibile”

Scoperta choc: il capitano del Modena, non solo un campione in campo ma anche laureato in Economia con oltre 300 presenze tra i professionisti. #Calcio #Economia #Successo

Il capitano del Modena ha rivelato una doppia vita da atleta e studioso. Non solo è un pilastro della squadra, ma ha anche conseguito una laurea in Economia, dimostrando che si può eccellere sia nello sport che negli studi. Con oltre 300 presenze tra i professionisti, il suo curriculum è impressionante e fa discutere sul reale valore della formazione accademica nello sport. “È importante avere una mente aperta e preparata, non solo i muscoli allenati”, ha commentato il giocatore, suscitando un mix di ammirazione e polemica tra chi crede che il calcio sia solo sudore e sacrificio fisico.

Il percorso del capitano del Modena è un esempio di dedizione e intelligenza applicata. Mentre molti atleti si dedicano esclusivamente alla carriera sportiva, lui ha scelto di investire anche nella propria educazione, dimostrando che il cervello può essere allenato tanto quanto il corpo. La sua carriera, con oltre 300 presenze, è la testimonianza che il successo arriva con il duro lavoro, sia sul campo che sui libri.

La notizia ha scatenato un dibattito sulla necessità di cultura negli sportivi professionisti. Mentre alcuni applaudono la sua scelta, altri si chiedono se sia un’eccezione o un modello da seguire. La discussione continua, ma una cosa è certa: il capitano del Modena ha dimostrato che si può essere campioni in più di un campo.

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Cronaca

Crolli e distruzioni negli stabilimenti di Fregene: le mareggiate devastano le strutture costiere

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Crolli e distruzioni negli stabilimenti di Fregene: le mareggiate devastano le strutture costiere

La furia del mare non perdona: a Fregene, il sindaco Mario Baccini si è finalmente svegliato dopo le mareggiate del 16-17 aprile, dichiarando lo stato di emergenza per arraffare fondi e tappare i buchi sulla costa laziale. Danni da capogiro a stabilimenti privati, ecosistemi in rovina e politici che giocano a scaricabarile, mentre l’erosione continua imperterrita. #MareggiateDevastanti #FregeneNelCaos #PoliticaItalianaFallimentare #EmergenzaCostaLaziale (278 caratteri)

Mareggiate da incubo sulla costa

È scoppiato il caos a Fregene, sulla costa laziale, dopo le violente mareggiate del 16 e 17 aprile. Il sindaco di Fiumicino, Mario Baccini, ha attivato le procedure per dichiarare lo stato di emergenza naturale, sperando di mettere le mani sui fondi regionali per ricostruire la zona, inclusi quegli stabilimenti privati che da anni subiscono l’erosione come una punizione divina. Peccato che questi disastri non siano una novità: bastano un po’ di scirocco e via, migliaia di euro di danni all’ecosistema e alle tasche dei proprietari.

Danni catastrofici agli stabilimenti

Gli stabilimenti privati hanno pagato il prezzo più alto in questa farsa. Al Rio, la terrazza è crollata miseramente, portando via pavimenti e persino la piscina, sommersa dai detriti delle cabine. Poco distante, all’Ondina, cinque cabine sono state spazzate via dalle onde, come se il mare volesse dare una lezione a chi non ha rinforzato per tempo. E intanto, l’ecosistema tra Focene e Fregene peggiora, con l’erosione che erode non solo la sabbia, ma anche la pazienza dei locali.

Il sindaco e il sopralluogo tardivo

Dopo i fatti, Baccini ha fatto un sopralluogo con la polizia locale, decretando lo stato di emergenza con aria da eroe. “Non c’è pericolo per le case vicine, ma le attività economiche sono nei guai”, ha scritto il comune in una nota che suona più come una scusa che come una soluzione. Peccato che gli allarmi sull’erosione girassero da giorni: forse se avessero agito prima invece di chiacchierare, non saremmo a questo punto.

Critiche dall’opposizione

Non tutti applaudono: la consigliera comunale Paola Meloni, dall’opposizione di centrosinistra, non le manda a dire. “È una situazione drammatica, l’abbiamo segnalato prima del crollo, ma i lavori di difesa della costa sono stati abbandonati per colpa dei soliti cambi di giunta”, sbotta. Insomma, un’emergenza che non ha bisogno di dibattiti politici, ma di fatti concreti – anche se in Italia, pare che le chiacchiere valgano più delle ruspe.

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60 milioni in due giorni: incassi schizzati dell’8,5% sul 2024

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60 milioni in due giorni: incassi schizzati dell’8,5% sul 2024

Roma, la città eterna che si prepara a ingozzarsi come un turista al buffet: ristoranti sold out per Pasqua, con incassi da capogiro di 60 milioni di euro in due giorni, un balzo dell’8,5% rispetto al 2024 – ma occhio agli agnelli importati che rubano il piatto ai locali! #PasquaInvasione #RomaMangiaMale #TuristiGolosi

LA MAPPA

Le zone calde di Roma e dintorni sono già un caos: centri storici, Castelli romani, Tivoli e tutta la costa da San Felice a Circeo sono pieni zeppi, con ristoranti e agriturismi che non hanno un tavolo libero per colpa di turisti affamati e romani in fuga. Certo, se piove, il litorale potrebbe diventare un flop, ma nelle periferie della Capitale qualche locale resta chiuso – forse perché non tutti vogliono servire la solita pasta scotta ai locali.

IL TREND

Quest’anno il turismo schizza in alto, con 2,4 milioni di visitatori attesi fino al 1° maggio e 1,2 milioni di romani pronti a svignarsela nel Lazio per un weekend di bisboccia. Le prenotazioni nei ristoranti volano, e secondo Claudio Pica di Fiepet-Confesercenti, potremmo finalmente chiudere il 2025 in positivo dopo mesi di magra – a patto che non arrivino altri guai dal fronte estero.

LE SCELTE

I ristoranti puntano sui classici romani, come abbacchio e carciofi “alla giudia”, ma c’è un allarme bello grosso: il Consorzio abbacchio romano Igp denuncia l’invasione di 300mila agnelli low cost dall’estero, senza tracciabilità, che invadono il mercato a prezzi da discount e rubano spazio ai 75.100 capi locali. Pica suggerisce di sfruttare la Regione per proteggere i prodotti del Lazio, altrimenti finiamo per mangiare carne straniera mentre fingiamo di essere puristi – che figura!

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