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Hotel abusivo a via Condotti: niente igiene e sicurezza, un vero scandalo

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Hotel abusivo a via Condotti: niente igiene e sicurezza, un vero scandalo

#Roma #ViaCondotti #AlbergoAbusivo Scoperto un albergo abusivo nel cuore di Roma, in via Condotti. Le forze dell’ordine hanno smascherato un’attività illegale che accorpava più stanze creando un "hotel diffuso" senza autorizzazioni. Ecco come funziona questa truffa ai turisti.

È un giochino rodato e di cui le forze dell’ordine si sono accorte da un bel po’: si accorpano più stanze o intere case, senza autorizzazioni, e si crea un albergo diffuso abusivo. E succede nel cuore del centro, dove ovviamente le possibilità di guadagno si moltiplicano. È successo in via Condotti, tra Piazza di Spagna e via del Corso. Dove ogni turista che atterra a Roma sogna di dormire. Qui è stato messo in piedi l’albergo abusivo scoperto dagli investigatori della Divisione Polizia Amministrativa. A finire nei guai è stato il titolare di un_ATTIVITÀ che aveva accorpato la sua struttura principale ad altre tre attività ricettive che invece risultavano operative come singole affittacamere.

Improvvisazione

D’altronde basta poco per improvvisarsi albergatori e passare all’incasso: il possessore di più autorizzazioni per camere, b&b, poste nello stesso stabile ma a volte sono anche sparse e lontane l’una dall altra, le gestisce in modo centralizzato e le sfrutta come fossero un’unica attività alberghiera. È una formula considerata pericolosa dal Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza e che porta alla cessazione immediata dell_ATTIVITÀ. Anche perché si può incorrere in un reato che infrange la normativa antiterrorismo: non si denunciano tutti gli ospiti presenti nelle strutture. Ad oggi, infatti, è bene ricordarlo: è obbligatorio controllare e registrare le identità degli ospiti di persona.

Nel caso di via Condotti, è stata accertata la gestione unitaria delle strutture tramite alcuni elementi emersi durante la fase di controllo. Sul citofono dello stabile, infatti, erano presenti i nomi di tutte le strutture con i loghi riconducibili alla struttura madre, gestite tramite un_unica reception. La prova del nove? Anche le modalità di check-in e check-out dei turisti e del trasferimento bagagli hanno confermato la forma centralizzata della gestione. Strutture da sogno? Nemmeno. Nelle stanze sono emerse gravi condizioni igienico-sanitarie e di precarietà degli impianti.

Chiusura Immediata

Nel 2024 sono state scoperte solo dalla Polizia municipale 250 strutture totalmente abusive per un totale di oltre 1.500 verbali e due milioni di euro di contributi evasi. Alle 250 chiuse nel 2024 si aggiungono un altra trentina di strutture abusive accertate dall_inizio dell’anno, più altrettante su cui sono in corso altri accertamenti. Anche le Fiamme Gialle si occupano da anni del fenomeno dell_evasione immobiliare. Dall_inizio dell’anno la Guardia di Finanza ha svolto circa 150 verifiche fiscali e amministrativi sulle strutture ricettive. Uno dei controlli più frequenti (e che pesca più spesso irregolarità) è quello dell_accesso domiciliare perché spesso il titolare dell_ATTIVITÀ ricettiva dichiara il domicilio fiscale e la residenza anagrafica in quei locali dove poi affitta le camere. E da cui emergono situazioni opache, di pericolo o di disturbo. Con il Giubileo i controlli sono diventati molto più frequenti: le piccole attività di bed and breakfast che a volte non vengono nemmeno considerate attività imprenditoriali, possono nascondere un nuovo filone affaristico illegale. Chi può permettersi di inventarsi dall_oggi al domani un sistema espresso di suites e camere in via Condotti?

Commento: Ecco come si fa business a Roma, tra abusivismo e furbizia. Chissà quanti turisti hanno dormito in queste "suite" senza saperlo!

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Targa dedicata ad Ada Rossi, partigiana e divulgatrice del manifesto di Ventotene

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Targa dedicata ad Ada Rossi, partigiana e divulgatrice del manifesto di Ventotene

In un mondo dove le strade di Roma sono piene di nomi maschili e polverosi, ecco che spunta una targa per Ada Rossi, la partigiana che non si è fatta intimidire da Mussolini, ha perso il lavoro per aver sposato un antifascista e ha aiutato a partorire il Manifesto di Ventotene – il vero blueprint dell’Europa unita. Ma attenzione, non tutti applaudono: i soliti conservatori si sono opposti. #PartigianaRibelle #DonneDimenticate #RomaSveglia #ManifestoVentotene #PoliticaSporca (145 caratteri, pronti per il viral su Twitter).

Chi era Ada Rossi, la donna che sfidò il fascismo

Ada Rossi non era solo la moglie di Ernesto Rossi, ma una vera leonessa della Resistenza. Partigiana di ferro, è stata tra le prime donne a laurearsi in matematica, ma ha perso la cattedra per aver sposato un antifascista. Nel 1942, spedita al confino, ha comunque orchestrato la pubblicazione clandestina del Manifesto di Ventotene, con l’aiuto di Gigliola e Fiorella Spinelli e Ursula Hirschmann. Senza di lei, l’idea di un’Europa unita sarebbe rimasta un sogno represso. Chapeau, Ada – avresti dato del filo da torcere a tanti machi della storia.

Il municipio di Roma dice sì, ma con qualche intoppo politico

Pochi giorni fa, il municipio XV di Roma ha approvato l’omaggio a Ada Rossi con una targa nel giardino di piazza Stefano Jacini, in vista dell’ottantesimo anniversario della Liberazione. L’idea è partita dai parlamentari PD Filippo Sensi e Marianna Madia, che vogliono riequilibrare la toponomastica romana, dove le donne sono appena l’1% dei nomi – una vera ingiustizia, o forse solo un retaggio di un’Italia ancora troppo maschilista. L’assessore alla Cultura Massimiliano Smeriglio ha spinto per celebrare eroine dimenticate, ma non tutti erano d’accordo: la capogruppo di Fratelli d’Italia Adriana Glori ha votato contro, e Andrea Signorini (ex Lega, ora FdI) si è astenuto. Tipico, eh? Quando si tratta di donne forti, i reazionari tremano.

Le reazioni: da Torquati ai politici, un mix di orgoglio e propaganda

Il presidente del municipio XV, Daniele Torquati, ha definito la targa “un segno di riconoscenza per Roma”, mentre Stefania De Angelis, della commissione Pari opportunità, l’ha elogiata come una figura chiave per la nostra Repubblica. Claudio Marinali, capogruppo PD, ha ricordato come il sogno di Ventotene abbia garantito 80 anni di pace – senza Ada, niente Europa, dicono Sensi e Madia. Ma andiamo, è solo un modo per i politici di lucido le medaglie? In fondo, dedicare una strada a una donna che ha combattuto il fascismo è un colpo basso per chi preferirebbe statue di dittatori. Roma, svegliati: è ora di più nomi come il suo.

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Nasce il Festival delle Microforeste, l’ultima ossessione green per chi finge di amare la natura.

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Nasce il Festival delle Microforeste, l’ultima ossessione green per chi finge di amare la natura.

Roma si riempie di alberelli mentre i politici fingono di salvare il pianeta, con studenti e bambini a fare il lavoro sporco! #MicroforesteRoma #GreenHypocrisy #EcoFail

La manifestazione

Lunedì 14 aprile, nella sede di Ingegneria San Pietro in Vincoli a Via Eudossiana 19, è decollata la prima edizione del Festival delle Microforeste. Un evento che promette un futuro verde per Roma, ma chissà se durerà più di un’estate secca. Coinvolti 350 bambini, più di 50 volontari e ricercatori, in un progetto eco-pedagogico finanziato da Sapienza e l’Assessorato all’Urbanistica. L’idea? Far riscoprire i quartieri, camminare per brevi distanze e chiacchierare con “esperti” – forse per distrarre dai veri problemi urbani come il traffico infernale.

Le microforeste urbane

Al centro della giornata, la presentazione delle microforeste piantate nei Municipi II, III, VII, XII, XIV e XV, un simbolo di città “sostenibile” che suona un po’ come una scusa per i ritardi ecologici. Tra i presenti, il prorettore F. Lucidi, il preside C. M. Casciola, l’assessora F. Fratini e l’assessore M. Veloccia, con tanto di presidenti municipali e A. Somaschini del Progetto Ossigeno. La ciliegina? Una cerimonia di premiazione e l’albero donato da Castel Porziano – un gesto “radicato” nel futuro, o solo un’altra foto per i social?

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