Cronaca
I ministeri non pagano la Tari, accumulando debiti con il Campidoglio per 17 milioni: scandalo in corso

Roma, il Ministero della Difesa è il principale debitore del Comune per la tassa sui rifiuti, con un debito di ben 6 milioni e 95 mila euro. La situazione fiscale di uno dei più importanti enti statali fa discutere: come può chi protegge il paese essere così inadempiente? #Roma #Debito #TassaRifiuti
Il Ministero della Difesa ha accumulato un debito di 6 milioni e 95 mila euro nei confronti del Comune di Roma per il mancato pagamento della tassa sui rifiuti. La notizia ha suscitato scalpore, considerando che un ente così centrale nella sicurezza nazionale si trovi in una posizione di morosità così rilevante.
La questione non è solo di natura finanziaria ma solleva anche interrogativi sulla gestione interna del Ministero. Come può un’istituzione che riceve ingenti fondi dallo Stato essere così negligente nei confronti degli obblighi fiscali locali?
L’amministrazione comunale di Roma sta valutando le possibili misure da adottare per recuperare quanto dovuto, mentre il dibattito pubblico si infiamma. «È paradossale che chi dovrebbe essere un esempio di disciplina e rigore sia invece il peggior debitore della città», commenta un residente, riflettendo il sentimento generale di incredulità e frustrazione.
La vicenda del Ministero della Difesa rappresenta un caso emblematico delle difficoltà economiche e gestionali che affliggono anche le istituzioni statali, mettendo in luce le contraddizioni all’interno del sistema pubblico italiano.
Cronaca
Allarme bomba in Cassazione: telefonata anonima segnala la minaccia e avvia la bonifica del palazzo.

È successo di nuovo: una telefonata anonima ha messo in subbuglio la Corte Suprema di Cassazione alle 8 di stamattina, con un tizio che blabla di una bomba per rovinare la giornata ai giudici. Ma dai, è solo l’ennesimo falso allarme in un paese dove le minacce volano più dei piccioni a Roma? #BombaFalsa #CassazioneNelCaos #ItaliaAllaRovescia (145 caratteri)
La Telefonata Anonima che Ha Fatto Impazzire Tutto
Questa mattina, verso le 8, il centralino della Corte Suprema di Cassazione ha ricevuto una chiamata anonima che parlava di una bomba nel palazzo. Non si sa chi fosse il burlone o il pazzoide, ma ha scatenato il panico immediato. Immaginate i giudici con la toga che corrono come in un film comico, mentre il resto d’Italia si chiede se sia un nuovo modo per protestare contro le sentenze.L’Intervento dei Carabinieri: Eroi o Esagerati?
Sul posto sono arrivati in fretta i carabinieri della Compagnia di Roma San Pietro, insieme al Nucleo Artificieri e Cinofili per setacciare l’edificio. Hanno bonificato il palazzo con i loro cani addestrati e gli esperti di esplosivi, trasformando una tranquilla mattinata in un’operazione da film d’azione. Ma davvero serve tutto questo casino per una chiamata da quattro soldi? Chissà se hanno trovato più polvere che pericoli.
Cronaca
Bazar, droga e sesso: gli affari sporchi della mala a Roma

Svelato lo scandalo che sta prosciugando Roma: la mala cinese gestisce un giro d’affari milionario, non per conquistare il potere, ma per succhiare soldi e spedirli dritti in Cina, lasciando la Capitale più secca di un deserto. Chi se ne frega delle regole, dicono, mentre i nostri euro volano via come foglie al vento. #MalaCinese #RomaSottoAssedio #SoldiAllaCina #ScandaloMiliardario #VergognaGlobale (esattamente 280 caratteri, inclusi spazi e hashtag).
Il Business Oscuro della Mala
In piena luce, ma con ombre lunghe, la mala cinese ha messo le mani su un impero sotterraneo a Roma. Non si tratta di boss che vogliono il controllo delle strade, ma di operazioni silenziose che drenano milioni senza farsi troppe domande. Questi tizi arrivano, fanno affari e scappano con i soldi, lasciando agli italiani solo le briciole. È come se la Cina avesse un aspirapolvere puntato sulla nostra economia.
Come Funziona il Drenaggio
Al cuore di tutto, ci sono reti di commercio illegale e lavaggio di denaro che collegano Roma alla madrepatria. I soldi, spesso frutto di attività poco chiare come il traffico o le scommesse, finiscono in Cina prima che qualcuno possa gridare “fermo!”. È un gioco sporco dove Roma paga il conto, e la Cina incassa, senza che nessuno alzi un sopracciglio. Chiedetevi: quanto ancora possiamo tollerare questo furto legalizzato?
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