Cronaca
Ilaria Sula, tremila ai funerali a Terni. Il padre Flamur: “Era un angelo, non meritava questa fine causata da un sistema fallimentare”

La studentessa di 22 anni Ilaria uccisa a Roma dall’ex fidanzato Mark Samson. La madre Gezime, disperata: "Bella Ilaria, amore mio, cuore mio, dio prendi pure me, non lasciarla sola" #Roma #Cronaca #ViolenzaDiGenere
L’ultimo saluto alla giovane studentessa Ilaria, tragicamente uccisa a Roma dall’ex fidanzato Mark Samson, ha lasciato un segno indelebile nel cuore di chi l’ha conosciuta. La cerimonia funebre si è svolta in un clima di profondo dolore, con la comunità riunita per ricordare la giovane vita spezzata troppo presto.
Durante la cerimonia, la madre di Ilaria, Gezime, ha espresso il suo strazio con parole che hanno toccato tutti i presenti: "Bella Ilaria, amore mio, cuore mio, dio prendi pure me, non lasciarla sola". Questo grido di dolore ha risuonato come un eco della disperazione di una madre che ha perso la sua unica figlia in circostanze così brutali.
La vicenda ha sollevato, ancora una volta, il tema della violenza di genere, mettendo in luce la necessità di interventi più efficaci per prevenire tali tragedie. La comunità di Roma e l’opinione pubblica sono scosse, chiedendo giustizia e maggiore protezione per le vittime di violenza domestica.
Cronaca
Boss della coca di Roma detenuto, Alessio Capogna percepiva il reddito Inps. Nei guai anche la moglie: ricevuti 35mila euro

Un boss della coca e sua moglie truffano lo Stato con il reddito di cittadinanza mentre sono in carcere. Alessio Capogna, 32 anni, e la consorte beccati a percepire 36mila euro di sussidio. #RedditoDiCittadinanza #Truffe #MalaRomana
False dichiarazioni per il conseguimento del reddito di cittadinanza, è il reato. Chi lo avrebbe compiuto? Un giovane boss della coca, Alessio Capogna, classe 1991, appartenente a una nota famiglia della mala romana, e sua moglie. Capogna è cugino degli ormai noti collaboratori di giustizia della Capitale, i fratelli Fabrizio e Simone, che hanno fornito agli inquirenti dettagli sulla criminalità locale. La moglie, di 36 anni, è coinvolta nello stesso capo di imputazione. Capogna è ritenuto dai carabinieri di Roma Centro il capo di una rete di spaccio sgominata di recente, che riforniva le zone della movida romana da San Basilio.
LA RICHIESTA
I due sono accusati di aver chiesto il sussidio mentre erano detenuti – cosa vietata dalla legge – e di aver percepito tra il 2021 e il 2022 oltre 35 mila euro, precisamente 36mila e 503. «Presentavano domanda di reddito di cittadinanza, pur trovandosi nella condizione detentiva che gli impediva la ricerca di un lavoro», si legge nel capo di imputazione. La procura di Roma ha chiesto per entrambi – difesi dall’avvocato Giancarlo Di Giulio – il rinvio a giudizio. Il gup di Roma deciderà nelle prossime settimane, a meno che non optino per il rito abbreviato, che garantirebbe loro uno sconto di un terzo della pena. Parte offesa nel procedimento è l’Inps, l’ente al quale avevano fatto domanda.
Frate percepisce il reddito di cittadinanza: padre Giuseppe a processo (con i suoi genitori)
Ad accorgersi dell’illecito sono state le forze dell’ordine, che hanno segnalato l’anomalia all’Inps, interrompendo l’erogazione delle somme. Non è la prima volta che gli inquirenti scoprono tra i furbetti del reddito persone con precedenti penali. Se chi chiedeva il sussidio era sotto misure cautelari o aveva condanne negli ultimi 10 anni, non poteva ottenerlo. Tuttavia, bastava non dichiarare questi aspetti nella richiesta per ricevere comunque il sussidio. L’Inps non controllava il casellario giudiziario, ma lo facevano gli inquirenti. Lo scorso anno erano stati scoperti membri dei clan Casamonica e Spada, ora tocca ad Alessio Capogna, con diversi guai con la giustizia alle spalle, l’ultimo dei quali scoperto di recente dai carabinieri.
L’OPERAZIONE
L’indagine, iniziata nel 2023 per attività sospette nelle piazze del Centro, ha rivelato l’esistenza del gruppo "Lele", l’«associazione promossa e organizzata da Capogna», come riportato nell’ordinanza del gip di Roma. Sono state emesse 18 misure cautelari contro i membri del gruppo, specializzato nella vendita di cocaina e crack. Capogna, cugino dei pentiti, gestiva ogni fase dell’attività, dall’arrivo della droga alla base di San Basilio, alla contabilità, fino al reclutamento dei nuovi pusher.
Cronaca
Volevo fare la bella vita: in giro con un cane e aria da puttanella timida

In una tranquilla periferia di Roma, una nonnina di 60 anni con un barboncino al guinzaglio è stata arrestata per spaccio di droga. S. S. nascondeva in casa quasi 700 grammi di crack e cocaina, vivendo con un reddito di inclusione di 500 euro al mese. #NonnaSpacciatrice #RedditoDiInclusione #Roma
L’abbigliamento sobrio da signora un po’ attempata e quell’aria timida con lo sguardo sempre basso, quando portava a spasso il suo barboncino, non sono bastati a fermare i poliziotti. S. S. di 60 anni, è finita in manette con l’accusa di detenzione e spaccio di stupefacenti. La donna, insospettabile, nascondeva in casa quasi 700 grammi di droga, tra crack e cocaina. Ufficialmente viveva solo grazie al reddito di inclusione: 500 euro al mese che evidentemente non bastavano a farle sbarcare il lunario. Gli agenti del commissariato Flaminio Nuovo non sarebbero mai arrivati a lei se non ci fosse stata un’indicazione precisa nel corso di un’indagine su un traffico di stupefacenti in zona La Rustica, periferia Est della Capitale. La sessantenne, incensurata, "teneva la retta" per conto di qualche spacciatore della zona. In altre parole custodiva la droga, che di volta in volta veniva prelevata dai venditori al dettaglio, già divisa in dosi per rifornire i consumatori in strada. Per fare questo percepiva uno "stipendio" mensile di mille euro. Quando gli agenti hanno bussato alla sua porta, in un appartamento popolare tra via Naide e via Pescomaggiore, la signora è crollata immediatamente. Ha indicato loro dove era nascosta la droga: 425 grammi di cocaina e 230 grammi di crack, oltre a 2.000 euro in contanti.
Boss della coca di Roma detenuto
Boss della coca di Roma detenuto, così Alessio Capogna percepiva il reddito Inps. Nei guai anche la moglie: ricevuti 35mila euro.
Lo stupefacente era già sistemato negli involucri, pronto per la vendita in dettaglio. Stando a quello che la sessantenne ha spiegato, non poteva né sapeva come maneggiare coca e crack, né era autorizzata a toccare il denaro ritrovato in casa. Quei soldi erano frutto della vendita che gli spacciatori di strada le facevano tenere nell’appartamento per non girare con troppi contanti in caso di controlli della polizia. Ad accollarsi tutti i rischi era la lei. «Lo sapevo che prima o poi sarebbe andata a finire così. Ma con 500 euro al mese non ce la facevo a cambiare vita. E a 60 anni trovare un lavoro non è mica semplice». La signora, che vive sola con il suo cane, mesi fa ha accettato la proposta di un uomo del quale non ha voluto fare il nome. Ha lasciato intendere che la galera era preferibile a una confessione completa. Come già si è visto in altre occasioni, la criminalità ha offerto il suo scellerato modello di welfare a una persona in difficoltà: mille euro al mese per aiutare qualche sodalizio locale a mandare avanti i suoi affari illeciti, in cambio del silenzio se si finisce in carcere. Il contesto non è di quelli facili: la zona, spiegano gli investigatori, è oramai diventata una piazza di spaccio con un discreto numero di acquirenti e "sorvegliata" dalle solite vedette. C’è da scommettere che chi ha chiesto alla signora di tenere la retta non avrà difficoltà a trovare un rimpiazzo. Intanto per S. S. si sono aperte le porte della sezione femminile di Rebibbia, dopo la convalida dell’arresto. La donna non aveva nessuno, a parte il suo cagnolino e un fratello, al quale ha affidato l’animale.
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